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Zao – The Crimson Corridor

2021 - Observed/Observer Recordings
metalcore

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Tracklist

1. Into The Jaws Of Dread
2. Ship Of Theseus
3. Croatoan
4. The Final Ghost
5. R.I.P.W.
6. The Crimson Corridor
7. Transitions
8. Nothing’s Form
9. Creator/Destroyer
10. Lost Star
11. The Web


Web

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Non delude le aspettative il nuovo album degli Zao, pluri-incensati e cristianissimi veterani del metalcore sulle scene ormai da quasi trent’anni. Sono le leggere ma evidentissime influenze progressive e post-rock a rendere l’ascolto di “The Crimson Corridor” tanto variegato e, di conseguenza, appagante. Le undici tracce del disco alternano con intelligenza ed equilibrio momenti di furia cieca ad altri decisamente più quieti e atmosferici, per quanto assolutamente non sereni.

Le tenebre sono dominanti: non a caso, il cantante Daniel Weyandt ha presentato il “corridoio cremisi” che dà il titolo all’opera come quel terribile luogo della mente dove si rimane intrappolati quando si cede alla depressione, all’ansia e alla rabbia. E gli Zao suonano proprio come fossero delle povere anime costrette in una gabbia: si dimenano con violenza, in preda alla disperazione che contraddistingue alcuni dei brani più intensi e convincenti (R.I.P.W., The Crimson Corridor, Ship Of Theseus), senza però mai dimenticarsi di un’umanità che emerge in modo importante quando i toni si abbassano e le luci diventano soffuse.

Le parentesi dal gusto post-rock che, di tanto in tanto, interrompono il viaggio infernale degli Zao negli abissi della tristezza più profonda aggiungono note di delicatezza a quella che altrimenti rischiava di essere un’esperienza monodimensionale. Melodie oscure (Nothing’s Form, Lost Star) e passaggi strumentali che spaziano dall’angoscia di Creator/Destroyer alla delicatezza dell’emozionante (e lunghissima) The Web interrompono continuamente i riff schiacciasassi dei chitarristi Scott Mellinger e Russ Cogdell e la voce aspra e brutale di Weyandt, dando vita a un entusiasmante gioco di contrasti in cui sono le dinamiche a farla da padrone.

Il metalcore di “The Crimson Corridor” è caleidoscopico ma mai eccessivo; quello degli espertissimi Zao è un sound potente, asfissiante ma tutto sommato semplice, non appesantito quindi da scelte di produzione pretenziose o da elementi buttati lì a casaccio giusto per far presa (magari alla ricerca del breakdown facile, come fanno tanti loro colleghi più giovani). Un esempio di classe e bravura che mi sento di consigliare anche a chi non apprezza in maniera particolare il genere in questione.

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