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Royal Blood – Typhoons

2021 - Black Mammoth Records / Warner Bros
alt-rock

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Tracklist

01. Trouble’s Coming
02. Oblivion
03. Typhoons
04. Who Needs Friends
05. Million & One
06. Limbo
07. Either You Want It
08. Boilermaker
09. Mad Visions
10. Hold On
11. All We Have Is Now


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Ritorno bomba per il duo più eclettico e devastante del momento: il nuovo album degli eclettici Royal Blood, intitolato “Typhoons“, ha tutte le carte in regola per essere un album da tenere assolutamente d’occhio. La nuova fatica viene prodotta e distribuita dalle due etichette Black Mammoth Records e Warner Bros.

Il progetto, nato a Brighton nel 2011 dalle menti carismatiche di Mike Kerr e Ben Tratcher porta nel suo bagaglio una cultura musicale di livello, con diverse sfumature e influenze cariche d’emozione. Come nell’esordio omonimo del 2014 e nel successivo “How Did We Get So Dark?“, anche qui troviamo tutto il mondo creativo che la band inglese riesce a mettere in mostra in fase di registrazione. In questa nuova opera c’è un consapevole salto nel passato alle proprie origini, dove si sfiorava un sound più elettronico, a tratti dance, con rimandi allo stile di Daft Punk e Cassius.

Le nuove melodie di “Typhoons” suonano come qualcosa di divertente e eccellente, e il risultato è notevole e di forte ispirazione. È precisare con grande attenzione che il duo si prende una grossa responsabilità nel produrre l’intero album in totale autonomia, con le uniche eccezioni di Boilermarker, e Who Needs Friends prodotti rispettivamente nientemeno che da Josh Homme e dal producer britannico Paul Epworth.

Durante l’ascolto del disco ci lasciamo coinvolgere dal ritmo spedito e graffiante di Trouble’s Coming, in cui sul riff metallico di base si avvolge e si inserisce alla perfezione una linea vocale inconfondibile. Segue Oblivion che con la sua distorsione dura che si apre su di un bridge orecchiabile crea una traccia semplice ma d’impatto. Lo stile vicino a band come Muse è evidente, ma nonostante la grande somiglianza i Royal Blood non risulta banali. Nella title-track cambia invece il tiro, e la band si dirige verso qualcosa di incendiario e danzante. Anche qui la voce fa un lavoro incantevole e si unisce al groove infinito e corposo della sezione ritmica.

Who Needs Friends colpisce duro nel profondo dell’anima con la usa carica aggressiva e la miscela esplosiva che si lancia nel vuoto dissonante per una perla preziosa. Il contrasto tra le due successive tracce Million & One e Limbo culla l’ascoltatore in un viaggio fresco e originale fatto di sonoritù acide e psichedeliche. Per chiudere il primo ciclo di brani ricordiamo la tecnica sopraffina che viene inserita nella seguente Either You Want It che continua a seguire il mood vintage, con l’aggiunta di un pianoforte ovattato da non sottovalutare.

Uno dei brani più interessanti del disco – già apprezzato dal pubblico durante gli ultimi live set della band, nonché ultimo singolo uscito lo scorso mese – è Boilermaker: le sue sonorità ruvide e a tratti stoner sono la marcia in più di un brano che segna un contrasto netto con la successiva Mad Visions, sorprendente rievocazione dei suoni di Prince. Prima di arrestare la corsa ci soffermiamo sulle voci scomposte di Hold On e sulla conclusiva All We Have Is Now, una ballata delicata retta sulle note di un pianoforte quasi neoclassico.

Sguazzano nel proprio habitat naturale distorto e maturo i Royal Blood, che con “Typhoons” si confermano ad ottimi livelli con un disco che segna un plus importante nella loro carriera.

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