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Bennett – II

2021 - To Lose La Track / Sonatine Produzioni / Smelly Cat / Dingleberry Records
math core / stoner

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Tracklist

1. Distant
2. The Season
3. Go Fucked Montemurlo
4. All Right
5. Red Helmet
6. Hurricane
7. Deny
8. Hug Me


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Il secondo disco della superband toscana denominata Bennett si intitola “II” ed esce in questi giorni grazie ad una coproduzione tra To Lose La Track, Sonatine Produzioni, Smelly Cat e Dingleberry. Veniamo subito al nocciolo della questione, però: secondo me sarà ben difficile che in Italia possa uscire qualcosa di più sconvolgente, quest’anno. Mixate da Jonathan Nunez dei Torche, infatti, queste otto tracce rispediscono al mittente l’esasperazione -post che i quattro, reduci dalle passate esperienze con Chambers e Disquieted By, ci avevano fatto assaporare due anni fa, con il loro disco di esordio. Lasciando però, in generale, più respiro. Preferendo divagazioni in puro stile Fucked Up e stilettate math rock alla pluralità degli stacchi mosh, ma facendo risultare il complesso, forse, ancora più estraniante di quanto ci si potesse aspettare da loro. 

Ecco allora, come esempi a dimostrare questo mio giudizio, l’iniziale Distant, Go Fucked Montemurlo, lunga e altisonante, e soprattutto la successiva All Right, complice di un’invenzione sonora che ci parla di cori, lentezza e giri di chitarra infiniti (ultimi lavori degli Snapcase calling?) atti a rimarcare e riprendere, come se non ci fosse un domani. Red Helmet, invece, inizia urlata, ma sebbene veemente e diretta, lascia intuire sin da subito il leitmotiv della sua continuazione: malinconica e conciliante, forse, come un po’ tutto il disco, ma sinceramente viscerale. Hurricane, infine, è disperatamente moderna e ragionata, nella sua alternanza di urla e cantato rock’n’roll. Fa aspettare la botta che non arriva, rende indispensabile ogni suo secondo.

“II” è un disco registrato in un periodo disagevole. Per i Bennett, che ne sono gli autori, ma anche per chi li segue, per tutti. E questi quattro ragazzoni sono riusciti a trasmetterci in pieno gli stati d’animo che hanno vissuto, come tutti noi, in questi mesi. Credo che “II” sia un album commovente, sotto certi aspetti, perché lo vedo un po’ come la continuazione naturale, evoluta e rimarcata al tempo stesso, di un periodo vivido e magnifico, per il punk hardcore italiano.

Nei loro suoni, culturalmente legati agli anni duemila, i Bennett continuano a farci sperare che solo l’esercizio, la cultura e l’educazione possano veramente salvarci: siamo all’apice del chugga-chugga italiano.

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