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Weezer – Van Weezer

2021 - Atlantic / Crush
pop rock

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Tracklist

1. Hero
2. All The Good Ones
3. The End Of The Game
4. I Need Some Of That
5. Beginning Of The End
6. Blue Dream
7. 1 More Hit
8. Sheila Can Do It
9. She Needs Me
10. Precious Metal Girl


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A lungo rimandato per le note cause che è pure diventato ridondante citare ecco l’ormai famigerato “Van Weezer” che già dal titolo paga tributo a Sua Maestà Van Halen. Non solo, a sentire Rivers Cuomo, le influenze che caratterizzerebbero il secondo album del 2021 targato Weezer coprirebbero l’intero spettro hard rock, ascolti divorati dal quartetto in gioventù.

Resta praticamente tutto sulla carta, ma si era già intuito dai singoli. Le chitarre ci sono, e spesso “gridano”, sono tutte quelle chitarre rimaste nel cassetto durante la registrazione di “OK Human”, e liricamente è un grido nostalgico alla propria gioventù capellona, prima del punk e pure del pop-punk, insomma, di proto-Weezer qui comunque non c’è un beneamato. L’effetto è esattamente quello che fecero gli American Hi-Fi con il loro debutto, che per carità, è una bella bomba, ma proprio in virtù degli anni in cui uscito (parliamo dei primi Zero) e dei loro video ridicolmente heavy metal. Qui parliamo di uomini adulti che mischiano quegli ascolti là al proprio DNA pop, che è comunque non solo intatto ma anche imbattibile.

Certo, va benissimo sentire Rivers intonare “In heavy metal we trust”, seguito dall’amara verità “Then kick back and read the Sunday Times”, su The Beginning Of The End, con tanto di solo veloce nel mezzo, come di consueto, o trovarsi in mezzo ai piedi Crazy Train che funge da base alla furbacchiona Blue Dream, dal ritornello micidiale, che quasi quasi rischi di sprecarlo vicino allo spirito di Randy Rhodes (ma poi funziona), non proprio bene invece il trittico iniziale dell’album, che si assesta sul solito suono weezeroso, che i Foo Fighters sognano la notte di scrivere roba così a presa rapida e ben calibrata, ma che non lasciano nulla, e fa più retrò di gran lunga che sentire l’immortale riff dell’immortale singolo dell’immarcescibile Ozzy piazzato in mezzo al lavoro, sintomo che qualcosa è andato certamente storto. Molto meglio il thrash pop (sì, l’ho scritto ed è pure vero) di 1 More Hit, finalmente l’idea di fondo di ‘sto disco comincia a girare, ma crolla subito come un castello di carte, il coraggio di farlo davvero questo benedetto album hard se ne va com’è arrivato.

Resta la sicurezza inoppugnabile che i Weezer sono ancora una volta l’ultima band di quella schiera ad essere in grado di scrivere un album pieno zeppo di singoli, come se avessero ancora vent’anni e i dischi contassero ancora qualcosa davvero ed MTV non fosse implosa. Purtroppo non è più così e l’effetto 883 è dietro l’angolo mentre quello Van Halen latita.

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