S A R R A M – Albero

Dietro il nome S A R R A M troviamo il musicista sardo Valerio Marras, che nell’arco di questi anni si è ritagliato uno spazio importante sulla scena ambient sperimentale. I suoi elementi principali si uniscono nel muro dissonante di suoni fuori dal normale, toccando paesaggi oscuri post rock fino ad arrivare a sonorità doom e sperimentazioni elettroniche. La sua lunga carriera come chitarrista di spessore all’interno di progetti come Thank U for Smoking e Charun, ha portato l’artista a girare l’Europa in maniera eccellente con un buon impatto sul pubblico per un genere di nicchia da scoprire nel profondo. Il quarto lavoro come solista “Albero” prodotto per l’etichetta romana Subsound Records è un viaggio intenso che prende vita aldilà di ogni aspettativa e apre una cerimonia di frequenze basse avvolte da una dinamica notevole e personale.

Midnight è il primo singolo rilasciato alcuni giorni fa e anticipa l’uscita di questo nuovo lavoro. Nel sound irregolare della chitarra si agita il loop temporale stupendo, che colora l’atmosfera di oscurità. Il collasso disarmante degli effetti spaziali di fondo crea il giusto gusto maturo alla composizione, per un risultato incredibile. Troviamo anche un videoclip molto interessante diretto da Claudio Spanu | Nubifilm con onde sonore pazzesche e una qualità visiva preziosa.

Ma andiamo in ordine con l’apertura di Heavy Sleep e le sue alte frequenze che dilaniano il tempo, incastrando il rumore di fondo all’interno di una cattedrale sospesa su un nuovo domani. Ci colleghiamo poi alla quiete misteriosa e delicata di The Sound Of A Needle, dove l’arpeggio meticoloso di si culla dolcemente nei sogni di un passato malinconico. Nella parte conclusiva il muro enorme di suoni prende il sopravvento, mettendo in risalto tutto l’odio represso. Scraps Of Paper invece si avvolge su una ruota spigolosa di meccanismi ripetitivi e un tiro elettronico, che lentamente si spegne nel silenzio. Mentre con il breve segnale a intermittenza quasi inquietante di Sinking Shadows ci immergiamo nel riff ruvido di Diving Dep, il brano portante e emotivo di tutto l’intero disco, l’attenzione incredibile che il musicista mette al suo interno è invidiabile e le vibrazioni sognanti sono il tocco di classe. Prima di chiudere ci lasciamo contagiare dai rumori mistici di Fading Sunlight e infine dalla filastrocca grottesca The Far Side Of The Moon per un limbo infinito di distorsioni che lasciano l’amaro in bocca e un senso di vuoto.

Valerio mette alla luce un ennesimo capolavoro con tutta la cura di questo mondo, lo studio approfondito nei vari percorsi di quest’opera si collega alla perfezione nei vari esperimenti creati, per un risultato magistrale.