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Three-Layer Cake – Stove Top

2021 - RareNoise Records
experimental rock / free jazz

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Tracklist

1. Beatified, Bedraggled and Bombed
2. Big Burner  
3. A Durable Quest
4. Shepherds 
5. Tiller
6. Primary Fuel
7. Luminous Range – Anxious Valve
8. Ballad Of The Gobsmacked


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Se oggi mi chiedessero quale sia un disco punk o veramente alternative dove per alternative si intende fuori dal comune, di controcultura, non popolare, e magari pure di difficile ascolto, non avrei sicuramente dubbi, direi subito “Stove Top” dei Three-Layer Cake, nuovo ed ultimo progetto di Mike Watt; non me ne vogliano gli altri due bravissimi artisti che lo accompagnano, ma lui è sicuramente il musicista con il curriculum più influente in termini di eredità musicale e, per quanto riguarda il sottoscritto, il vero e principale motivo per cui mi sono accostato a questo lavoro.

Ora auspicherei che sia inutile spiegare chi sia Mike Watt, meraviglioso e vitale artista che bazzica le scene musicali ed i palchi da quarant’anni, ma per i pochi che lo ignorano meglio ricordare che si sta parlando in primis del bassista co-fondatore dei Minutemen insieme al compianto D. Boon, band di culto fra le più importanti degli anni ’80 non solo per la musica hardcore ma per tutta la musica underground a seguire. Aggiungo inoltre che è stato anche il bassista negli ultimi anni della reunion di Iggy Pop e i suoi The Stooges. Insomma, se non si tratta di un’istituzione del rock, poco ci manca. Ho avuto la fortuna di vedere più volte dal vivo Mike Watt e quello che mi ha sempre impressionato è il suo amore per la musica che traspare da ogni singola nota che suona oltre alla semplicità, umiltà, sincerità e alla voglia di darsi al 100% senza mai risparmiarsi, che sia davanti a migliaia di persone o ad una cinquantina di persone in un piccolo club, come quando lo vidi al Circolo Arci Biko con Il Sogno Del Marinaio qualche anno fa, non lo dimenticherò mai ed ancora mi viene la pelle d’oca se ci ripenso.

Chiusa la parentesi dichiarazione d’amore, in questa sua nuova avventura (ormai ho perso il conto degli innumerevoli progetti, più di lui forse solo Mike Patton) si è fatto accompagnare dall’ecclettico batterista/percussionista Mike Pride, che tra le sue innumerevoli e davvero svariate partecipazioni  ha collaborato con Anthony Braxton, artista fenomenale che è riduttivo definire solo come jazzista, ed ha suonato la batteria con il gruppo storico hardcore Millions of Dead Cops e dal giovane talentuoso e versatile chitarrista/banjoista Brandon Seabrook, che dal New York Times viene descritto come “un uomo che sembra determinato a guadagnarsi il titolo di World’s Least Rustic Banjo Player”, e che vanta tra le varie sue prestigiose collaborazioni in campo jazz e non solo quella con un altro grande chitarrista come Nels Cline. Il tutto è nato da una partecipazione di Pride come ospite di uno show radiofonico di Watt, da lì la voglia di fare qualcosa insieme si è trasformata in un vero e proprio progetto al quale si è poi aggiunto come conoscenza di Pride, un eccitato Seabrook, in quanto fan dei Minutemen ai tempi del liceo. Disco uscito per la super cool Rare Noise e di complicata lavorazione a causa della pandemia, l’idea di base del progetto è racchiusa nel nome Three-Layer Cake, che è arrivato a Watt completamente formato insieme al concetto stesso: Pride avrebbe registrato tracce di batteria e le avrebbe inviate a Watt, che avrebbe risposto con il basso ed infine inviate a Seabrook che ha aggiunto la ciliegina sulla torta finale.

Ma tornando a bomba, perché trattasi di un disco punk? Perché nonostante la musica di “Stove Top” non si avvicini minimamente a quello che viene definito musica punk dalla massa o nell’immaginario dei più, è un disco punk al 100% per la libertà nel produrre musica senza confini, privo di paletti o regole varie che siano di mercato o di pregiudizio. Alternative perché la musica contenuta è veramente alternativa con la A maiuscola, non come si definivano vent’anni fa alternative rock. L’alternativo qui sta nel fatto che trattasi di musica davvero sperimentale o d’avanguardia, che se anche molto ostica o non capita dai più, cosa che può anche essere e ci può stare, è evidente che sia frutto del grande impegno, della ricerca e della voglia di sperimentare di tre artisti di valore e sinceri, suonata con cuore e passione, libera da preconcetti e che si permette di osare fregandosene del parere di tutto e di tutti, e qui si ritorna al vero significato che sta dietro la parola punk al di là dell’aspetto prettamente musicale.

Per evidenziare la tesi basti dire che “Stove Top” è un concentrato passato al frullatore di “cacofonico” e cervellotico free jazz di zappiana concezione, no wave, dub, avant funk, rumorismi vari e chi più ne ha ne metta, dove forse l’unica vera canzone in senso classico si può definire Big Burner e dove non è la melodia a farla da padrone ma le armonizzazioni e l’estro dei tre nel creare sghembi quanto affascinanti quadri astratti sonori.  

Perla preziosa questo “Stove Top” che consiglio caldamente però solo a chi veramente sia predisposto all’ascolto con la giusta apertura mentale.

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