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Nadja – Luminous Rot

2021 - Southern Lord
drone / industrial / post punk

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Tracklist

1. Intro
2. Luminous Rot
3. Cuts On Your Hands
4. Starres
5. Fruiting Bodies
6. Dark Inclusions


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Inutile attendere la chiusura di un articolo, certe cose vanno dette subito: con “Luminous Rot” i connotati ipnotici dei Nadja fanno un enorme balzo avanti, e se già in passato ci hanno abituati a distorsioni della realtà fortemente marcate, oggi questa cifra è come minimo raddoppiata.

Che sia il risultato della sinergia che si è creata tra Aidan Baker, Leah Buckareff e David Pajo è sicuramente evidenza, più che una sensazione. Il chitarrista degli Slint è chiamato in causa per mixare il nuovo album del duo canadese, un’apertura verso l’esterno finora inusitata, e che paga, eccome se paga. Quando si dice che il suono fa il 90% di un disco non si mente, e un mix di questo tipo ne è prova lampante. Volevano che venissero a galla elementi post-punk, ed eccoli pronti per essere assimilati anche da noi ascoltatori. Non una questione di genere in sé, quindi niente etichette, è un fatto tutto sensoriale.

Il tappeto di magma cui siamo abituati acquisisce nuova forza, in una mescita sonora che si perde nel vuoto siderale attraverso il quale attendiamo giungano segnali di altre civiltà (questo il tema principale del lavoro), ed è da mondi alieni che sembra prendere forma anche la musica. I riff si piantano nel petto e per arrivare al bersaglio prendono strade circolari e lunghe, che nelle asperità trovano nuova forza, si vedano Starres e Fruiting Bodies il cui drone circonda come un fascio di informazioni che spazzano via in una furia ipnagogica ottundente. Dark Inclusions e la title track sono momenti di vera e propria tenaglia industriale in cui l’entità bifronte acquisisce velocità in uno spaccato di violenza mutevole, e se rallentata è come Cuts On Your Hands, un lume doomescente, si fa strada nella carne, in un coup de grace acusmatico paranoide le cui voci sono inestricabili dal resto.

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