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Cosmo – La Terza Estate Dell’Amore

2021 - Columbia / 42 Records
elettronica / pop

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Tracklist

1. Dum Dum
2. Antipop
3. La musica illegale
4. Fresca
5. Mango
6. La cattedrale
7. Puccy Boom
8. Fuori feat. Silvia Konstance
9. Gundala
10. Io ballo
11. Vele al vento
12. Noi


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La terza estate dell’amore” è prima di tutto, va sottolineato, un album a tutti gli effetti. Ciò è importante al giorno d’oggi, perché sì, i singoloni sono belli, ma quanti presunti album non stanno in piedi? Il nuovo lavoro del producer piemontese è un viaggio, da fare in auto, in bici o a piedi, magari in un bosco: è un viaggio che porta a perdersi, da soli o in compagnia. L’artista ci invita a fuggire per un’ora dalla tirannica quotidianità, danzando tra le crepe di una società che non è perfetta.

Ad accompagnarci non ci sarà Virgilio, Gandalf o chi per essi, ma la narrazione di Cosmo, i suoi synth modulari e la cassa dritta. Attenzione però, non si tratta di un disco come i precedenti. Se “Disordine” è filosofia su base elettronica e “L’ultima festa”, pietra miliare dell’italpop contemporaneo, “Cosmotronic” non è altro che il ponte che porta a “La terza estate dell’amore”, il vero punto di arrivo dell’intimo pensiero di Marco Jacopo Bianchi. È un disco più politico, più profondo, volutamente meno pop. È un affronto alle regole del mercato, è un inno alla sincerità musicale, piaccia o non piaccia.

Dum Dum è un’overture di frequenze basse ed immensi pad alla Blade Runner; Antipop è ironia e critica al capitalismo musicale: “Tu fai la hit, io torno vergine”. La musica illegale è musica come forma di aggregazione, ritmo tribale: “La musica è illegale, suonare è quasi un gesto da criminale”. Segue Fresca, una canzone elettronica col vestito da sera: bellissima. Mentre in Mango c’è l’essenza di un ipnotico tormentone che non vuole essere tale, oltre che la voce di uno dei figlioletti del cantautore. Di La cattedrale non faccio spoiler, lascio a voi l’esperienza.

Puccy Bom e Fuori (feat Silvia Konstance) emanano empatia, vogliono innocentemente divertire, mentre Gundala è amore, autotune e picchi di pianoforte. Io ballo è la terz’ultima traccia, un po’ drum’n’bass, che si ferma e poi riparte, raccontandoci assieme a Vele al vento, che a sua volta potremmo definire come un’ode al divino, il pensiero su cui fonda tutta l’opera: “Lontano dalle leggi degli uomini, senza mappe né padroni”. Infine c’è Noi, che chiude il ciclo attraverso qualche gioco di parole, atmosfere malinconiche-idilliache e sfumature etniche.

La terza estate dell’amore” è il disco di consacrazione di Cosmo: un viaggio attraverso fiumi e foreste, corpi danzanti ammassati fra loro, che si amano e che vibrano come bassi profondi. L’artista di Ivrea mette definitivamente a nudo il suo pensiero, la sua interpretazione e volontà di comunità. Non è pop, non è da radio, non piacerà a tutti, ma è vero.

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