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Oslo Tapes – ØR

2021 - Pelagic Records
avant rock / post rock

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Tracklist

1. Space Is The Place
2. Zenith
3. Kosmik Feels
4. Bodø Dakar
5. Cosmonaut
6. Norwegian Dream
7. Exotic Dream
8. Obsession Is The Mother Of All


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Il trio avant rock psichedelico Oslo Tapes si rilancia nel mondo discografico con questo terzo album carico di vertigini e ambientazioni suggestive. L’album viene prodotto per l’etichetta tedesca Pelagic Records con base a Berlino. La band si forma agli inizi del 2010 a Lanciano dalla mente carismatica e visionaria di Marco Campitelli, che dopo un viaggio in terra norvegese rimane affascinato dalla capitale in maniera incredibile e decide di mettere su un collettivo di musicisti provenienti da altre esperienze significative in ambito musicale, per un risultato eccellente, che con il passare del tempo viene messo alla luce nell’esordio omonimo del 2013.

La consacrazione della band però avviene nel 2015, con il capolavoro “Tango Kalashnikov“, disco nato sotto l’attenta produzione del musicista Amaury Cambuzat (Ulan Bator). In questa nuova fatica intitolata “ØR” i mondi dissonanti che prendono vita al suo interno sono una corsa infinita attraverso la sperimentazione ricercata su paesaggi immaginari, con un impatto prezioso e notevole.

L’apertura mistica e fantasiosa di Space Is The Place mette subito in risalto il mondo distopico e surreale del trio, che si innalza nell’aria in modo spaziale. Il tiro matematico del brano si avvolge al tempo ripetitivo della batteria e una linea vocale sussurrata si incastra fino a chiudersi su un’atmosfera sognante. Segue il primo singolo Zenith, dove l’ambiente allucinato danza sul tappeto distorto delle chitarre, sopra sonorità jazz a tinte indiane, e infine la ritmica incendiaria della batteria fa un lavoro enorme per poi collegarsi alla seguente Kosmik Feels. In questa composizione i rumori irregolari nella parte iniziale si cullano al passaggio di chitarra meticoloso e alla voce misteriosa di Marco, che colora un aura luccicante di tematiche sensibili. Invece nel secondo singolo Bodø Dakar, facciamo ritorno al passato con un sound più ruvido che dilania l’ambiente, l’armonia del brano si mescola all’effettistica distorta e delirante, fino a spegnersi nel noise ampio e oscuro.

L’elettronica di Cosmonaut si accende su di una struttura vintage e arriva da molto lontano, le sonorità cosmiche si agitano a dovere sopra il vortice surreale del synth, in perfetto stile Vangelis. Continuiamo questa corsa frenetica con Norwegian Dream che, nonostante la grande confusione nei generi diversi e mischiati, trasmette la giusta emozione danzando su sonorità storte quasi math rock e concludendo il suo cammino su un sentiero di noise-rock martellante. Prima di chiudere ci inoltriamo nel jazz macchinoso e fuori dagli schemi di Exotic Dream, una delle tracce più particolari e strane di questo disco. Chiudiamo poi in maniera sorprendente con Obsession Is The Mother Of All, un brano enigmatico dal tiro psych/industrial che tocca corde complesse su passaggi krautrock e una ritmica robotica d’altri tempi.

Gli Oslo Tapes nel suo insieme tirano fuori un album interessante, anche se a tratti si rischia di essere troppo confusionari. Le innumerevoli sonorità si incastrano lungo lo scorrere delle otto tracce in scaletta come in una jam session infinita, ma i nostri riescono a portare al termine tutte queste nuove scoperte in modo preciso e diretto.

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