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Grey Aura – Zwart Vierkant

2021 - Onism Productions
avantgarde black metal

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Tracklist

1. Maria Segovia
2. Rookslierten, flessen
3. Het schuimspoor van de ramp
4. El Greco in Toledo
5. Parijs is een portaal
6. De onnoemelijke verleidelijkheid van de bezwijkende deugd
7. Sierlijke schaduwmond


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Spesso le sorprese più belle arrivano dai gruppi di cui uno ignora l’esistenza, come nel caso dei Grey Aura, oscurocombo olandese dedito ad un (black) metal di matrice estreamente avanguardistica.

Zwart vierkant” è il loro secondo lavoro (e se i risultati son simili mi sa che dovrò ripescare il precedente) e rappresenta, per il sottoscritto, un fulmine a ciel sereno per quello che riguarda la frangia più cervellotica del metal. Il concept del disco si focalizza sul racconto di un pittore russo di inizio novecento ossessionato dal movimento artistico russo del Suprematismo (che considerava l’astrattismo superiore alle arti figurative).

Ogni brano rappresenta una tappa di un suo ipotetico viaggio attraverso l’Europa che cambierà per sempre la sia visione del mondo, attraverso i suoi sogni, i risvegli e le tentazioni e che lo porteranno infine ad un maelstrom ingovernabile di vuoto interiore. Il tutto viene raccontato alla perfezione dalla musica dei Grey Aura che creano un labirinto sonoro fatto di spigolosità metal figlie dirette dei Ved Buens Ende, ma arricchite da un caleidoscopio di influenze esterne che vanno dal jazz, al prog rock crimsoniano e zappiano, fino alla musica folkloristica mediterranea.

Sin dai primi momenti dell’opener Maria Segovia siamo sparati dentro ad un tunnel musicale fatto di dissonanze, cambi repentini di atmosfera talvolta claustrofobiche, spesso quasi drammatiche, sorrette da una prova vocale delirante che sfocia nel teatrale e un finale quasi flamenco. Bastano tre minuti alla successiva Rookslierten, flessen per destabilizzarci totalmente a suon di chitarre figlie dei primi Code, deliri psichedelici e momenti di valzer sbilenco. Het schuimspoor van de ramp prende i Deathspell Omega di “Paracletus” e li veste di una drammaticità quasi morriconiana mentre El Greco in Toledo ci trasporta in qualche remota regione della Spagna picassiana tra furiose accelerazioni e momenti in cui una tromba e qualche “castañuélas” dipingono tristi orizzonti assolati.

Parijs is een portaal procede tra cambi repentini e parti jazz / swing ma è con la successiva De onnoemelijke verleidelijkheid van de bezwijkende deugd che le influenze black metal esplodono in tutta la loro veemenza alternate continuamente da momenti quasi indecifrabili. Spetta a Sierlijke schaduwmond chiudere il discorso e riassumere, nei suoi nove minuti e mezzo di durata, tutto quanto successo precedentemente.

I Grey Aura riescono a descrivere in maniera pressoché perfetta il concept lirico su cui si poggia questo Zwart vierkant“, creando complesse strutture labirintiche pregne di astrattismo e surrealismo, creando una prova d’ascolto ostica ma incredibilmente gratificante per chiunque abbia la pazienza di addentrarvici.

Era dai tempi del disco omonimo dei MurMur che non mi capitava di sentire qualcosa di così estremamente complesso ma al contempo intrigante ed originale, il che lancia “Zwart vierkant tra le migliori uscite dell’anno.

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