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Strebla – Cemento

2021 - The Ghost is Clear / 1a0 / troppistruzzi / Vollmer Industries / HÏR /Bari Hardcore / Rodomonte Dischi / Zero Produzioni
post-hc

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Tracklist

1. CEMENTO 
2. CARNE 
3. RAG 
4. ATROCITIES 
5. SOMEONE LOCKED THE DOOR 
6. DECAPITO 
7. TRA LE DITA 
8. FATTI D'ARME DI UNA GUERRA SENZA  FORTUNA 
9. HOUDINI 
10. _


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“Ci ho provato
fino in fondo
ma non è 
successo niente
ma alla fine 
cosa aspetto a fare?”

Ve la faccio semplice. Volete le mazzate senza troppe pretese?
Ascoltatevi questo disco.

Furia post-hardcore, produzione sporca con i fuzz affilatissimi scuola Albini, voce distorta, impalcature noise fedeli alla lezione dei Jesus Lizard (quelli di Liar in particolar modo) ma che gli vanno in tiro pensando agli italiani BRUUNO e una sezione ritmica speditissima che non disdegna momenti più tecnici e ricercati verso il mathcore. Ah sì, c’è pure il synth, usato per dare ancora più nervosismo nei brani e un paio di filler nella tracklist che potranno sembrare autoreferenziali a un primo ascolto ma che contribuiscono a dare un atmosfera asfittica al tutto (Atrocities e Someone Locked The Door – per intenderci). Se non vi basta ci buttiamo in mezzo un parterre di etichette di tutto rispetto: si va dall’americana The Ghost Is Clear all’emergente troppistruzzi che tante cose belle sta facendo in questi mesi, passando per la DIY label Zero Produzioni, 1a0, Vollmer Industries,  HÏR, Bari Hardcore e Rodomonte Dischi. Insomma, un po’ di gente che si è sbattuta per questo disco a ragion veduta”. Il tutto orgogliosamente made in sud, da una Bari metropolitana raccontata con laida ferocia.

E tutto lì, tutto deve stare. Le pretese sono poche perché “Cemento” è un disco che ha come unica pretesa quella di prenderti la testa e sbattertela al muro. Non che passino in secondo piano i virtuosismi, perché gli Strebla sono la dimostrazione che per fare bene il punk devi saperlo suonare. Il punto però è che il colesterolo sonoro è tutto nella pacca e nella spinta, in assoluta controtendenza con chi fa hardcore oggi cercando di differenziare l’offerta attraverso la ricerca sonora e la melodia. Tuttavia anche quando si riconfigura la forma-canzone in momenti più evoluti l’ascolto non perde quota (es. Decapito), ma è in momenti più immediati come CementoCarne, la maestosa Tra Le Dita o l’ambiziosa Houdini – riferimento che solo un ipocrita o un ingenuo non ricondurrebbe ai Melvins – che si raggiungono le vette di questo monolite. 

Per chi fa il fondamentalista è roba già sentita, ma uscirsene con un disco del genere vuol dire anche lasciare i fondamentalisti a cavare il sangue fuori dalle rape. Per tutti gli altri ribadisco il concetto che se ti serve una mezz’oretta di macelleria sonora puoi tranquillamente accomodarti al tavolo degli Strebla. Fidati: ti faranno a pezzi.

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