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Vladislav Delay – Rakka II

2021 - Cosmo Rhytmatic
elettronica

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Tracklist

1. Rakkn
2. Raaa
3. Raaha
4. Rapaa
5. Rakas
6. Ranno
7. Raato
8. Rapine


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Dopo un lungo periodo di silenzio e di esilio auto-imposto, rotto lo scorso anno con l’album “Rakka I”, Sasu Ripatti, alias Vladislav Delay, propone “Rakka II”, uscito per la Cosmos Rhytmatic, label di Berlino curata da Shapednoise.  “Rakka II” si presenta come una naturale estensione del precedente, nel quale il contenuto dell’album lasciava intendere che qualcosa era rimasto sospeso, pronto per essere raccontato al momento opportuno. 

Anche in questo caso l’ispirazione per questo nuovo corso è nata da una serie di avventure nella natura selvaggia della sua nativa Finlandia, confrontandosi con “Il potere grezzo, indefinito, incontrollato e incorrotto che esiste in esso”. Il risultato è un immenso estremo ecosistema sonoro popolato da droni in rapido movimento, dense nuvole di rumore, e tettonici rimbombi di basso con accenni di armonia generati da aspri contrasti tonali. Mentre nel primo, Delay sembrava intenzionato a ritrarre le forze elementari come libere, non ostentate e non vincolate da strutture musicali, qui sembra compattarne alcune in beat e progressioni che hanno qualcosa in comune con i lati più selvaggi della musica dance. È come se la coscienza si sintonizzasse con il non-umano dopo aver lottato con la sua apparente distanza e ostilità, accettando le sue strutture non codificate, e infine trovando un linguaggio comune per la riconciliazione. Non lo nascondo, è un album che mi ha gasata non poco.

Nonostante il potere evocativo dei soundscapes di “Rakka I” sia più deciso, decisione data dai ritmi serrati che prevedono pochissima, se non nulla, possibilità di respiro come se i suoni investissero ripetutamente il corpo senza pietà, “Rakka II” suona come deve. Rappresenta esattamente una natura difficile, poco accomodante e lontana anni luce dall’immagine delle farfalline colorate e svolazzanti, ma nonostante tutta questa violenza offre uno spiraglio di luce nel pieno del caos. “Rakkn” riprende il discorso dal punto in cui Delay lo aveva interrotto. Ritmi asfissianti stratificati, droni, bassi tellurici e noise grezzo che riporta alla natura, quella meno compiacente. “Raaa” è un tumulto continuo grazie ai suoi spostamenti improvvisi che forniscono una ricalibratura dell’ascolto, rendendolo dinamico e non scontato. Dopo un passaggio a metà brano di droni più aperti, il ritorno di un ritmo martellante è più meditativo che oppressivo. “Raaha” si apre con break beat che suona tribale, potente, seducente. “Rapaa”, con i suoi bip acuti e il suo drone ispido, arriva quasi come un tenero massaggio piuttosto che un implacabile martellamento del cranio. Sarà la sua natura hauntologica che rende l’ascolto meno oppressivo.

A metà album i ritmi serrati lasciano spazio al respiro con “Rakas”, che si traduce “amato” un branonebbioso e intimo grazie ai i suoi synth tranquillizzanti, e “Ranno” i quali, in maniera quasi sentimentale, sciolgono qualche nodo di quella tensione che aveva accompagnato la narrazione. “Raato”, che significa “carcassa”, cresce silenziosamente in intensità prima di dissolversi in texture morbide e batteria incespicante. “Rapine” è la conclusione migliore che Delay poteva dare all’album. Una miscellanea perfetta, letale e brutale di hardcore, techno, metal. Un brano perfettamente devastante per l’udito e non solo.

“Rakka II” lascia frastornati, attoniti e senza parole superflue. Come del resto, si resta in silenzio a godere di un’immagine o di un paesaggio brutale e seducente.

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