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TheRivati – Napoli Folk Blues Vol. 1

2021 - Fumo/Believe
blues

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Tracklist

1. Pigliate stu blues
2. Sorellì
3. Tengo nu problema
4. Hai ragione tu
5. Blues vecchio


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Dopo l’album “Non c’è un cazzo da ridere” (2019) e l’uscita di due singoli, il gruppo fondato da Paolo Maccaro (cantante) e Marco Cassese (chitarre) torna in sala d’incisione per “Napoli Folk Blues vol.1”. E se amate il blues, non resterete delusi, fin dal primo ascolto.

La storia musicale di Napoli ci racconta, in un passato piuttosto recente, tipo ieri l’altro, della V° Armata che girava per i vicoli di una città squartata dai bombardamenti (alcuni dei quali ad opera degli stessi militari che poi sarebbero divenuti “alleati”) distribuendo cioccolata e sigarette, in cerca di segnorine disposte a barattare un po’ d’amore per un po’ della loro paga. Ma soprattutto, cantando fischiettando e talvolta suonando una musica assolutamente diversa da quella che solitamente rimbalzava sulle pietre di tufo di quegli stessi vicoli.

Nelle strade che dal Porto conducono ancora oggi alla zona creata ad hoc dal vicerè Pedro de Toledo per acquartierare i soldati spagnoli nel XVI secolo, arriva e si stratifica il blues che ascolteranno James Senese, Mario Musella, Franco Del Prete (che daranno vita agli Showmen) prima e Pino Daniele, Edoardo Bennato, Enzo Avitabile e tutta la generazione conosciuta come quella del Neapolitan Power poi.

Il blues è un sentimento scaturito dal dolore e a Napoli, di tanto in tanto, riaffiora come un fiume che ha scavato il sottosuolo senza essere visto e sgorga dove meno te lo aspetti. L’operazione che vide Jo Sarnataro e i Blue Stuff vomitare il disagio sociale della città negli anni Novanta su scala pentatonica ne è un esempio. Uno dei più pregevoli, a mio parere, che non è durato l’espace d’un matin come spesso accade agli atti unici.

Nell’ambito di tale contesto, dunque, non meraviglia che i TheRivati abbiano pubblicato questo EP in cui le chitarre trafiggono il cuore, come nell’intro dell’ultimo pezzo. C’è citazione in questo lavoro discografico, non citazionismo; il blues lo puoi suonare solo se sei autentico e genuino, e i TheRivati non si discostano da questo assioma. Un’indiscussa autenticità esistenziale per questi brani che parlano un linguaggio nuovo, lontano da ogni maniera, da qualunque scimmiottamento. “Napoli Folk Blues vol. 1” ha il pregio di parlare blues(e)tano, nel rispetto dei canoni musicali di partenza e nel suo rinnovarsi attraverso un codice comunicativo che attinge a man bassa dal gergoletto napoletano piuttosto che dallo slang del Delta del Mississippi.

Scelta naturale, la loro, visto che il Black è presente fin dagli esordi del gruppo (“#Black”, 2013, “Black From Italy” 2016), e che l’intento di unire il groove della musica di matrice afroamericana alla tradizione cantautorale italiana senza accantonare il sound di Partenope non è mai venuto meno, in 10 anni di carriera.

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