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Lua – Werner

2021 - Kono Dischi / Marsiglia Records
ambient

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Tracklist

1. La finestra al quarto piano
2. Pozzanghere e sigarette
3. Tutto da capo
4. Dello scomparire e altre sconfitte
5. Nuova cura
6. Ritorni


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“Werner” è l’EP di esordio di Lua, progetto nato lo scorso anno durante il primo lockdown. A dare vita a Lua sono stati Alessandro Zangani (Do Nascimiento) e Filippo Rieder (batterista dei Fine Before You Came, con i quali ha recentemente pubblicato il bellissimo “Forme Complesse”). In “Werner” hanno inoltre suonato anche Giuditta Gasparini (violino, flauti, arpa) e Laura Bianchi (violoncello), il mix e master è stato curato da Matt Bordin (Outsideinside Studio).

Lua in portoghese significa luna, e Lua è anche il linguaggio di programmazione di una buona parte di strumenti elettronici usati in “Werner”. È un album bello, intimo, delicato. I titoli dei brani sono degli incipit o delle conclusioni di piccole storie, o sono invece pensieri chiusi che non lasciano entrare o uscire nulla oltre il senso stesso delle parole. È negli occhi di chi legge e nelle orecchie di chi ascolta stabilire eventualmente un approccio. Per questo, nei molteplici ascolti che hanno accompagnato “Werner” ho deciso di annotare le percezioni ricorrenti, quelle intorno alle quali le piccole sfumature emotive ruotano e si appoggiano.

Ne La finestra al quarto piano è come entrare in una stanza estranea e familiare, una casa vuota, ma piena di qualcosa di inafferrabile. Come la luce, per esempio. È un brano che sa di un vecchio inizio e di una nuova fine. Pozzanghere e sigarette è forse il pezzo più didascalico dell’album, ma è anche fortemente sinestetico. I suoni hanno odore, anzi, odori. Di asfalto bagnato, di mozziconi di sigarette che annegano nella pioggia, arrendendosi. Non credo sia un caso che, nella struttura narrativa dell’album, dopo una resa si debba ricominciare. Tutto da capo. E talvolta riconciare stanca, ma dà speranza. E il brano mi restituisce bene questa sensazione.

Dello scomparire e altre sconfitte tocca particolarmente quella che definirei la mia sensibilità, nel quale i livelli di cui è composto il brano si rincorrono, si annientano, l’un l’altro. Parlarne con un filo di convincente razionalità è abbastanza difficile. Lascio decidere a chi ascolta. Nuova cura ha un sound frammentato, ma è proprio questa complessità a creare una luminosa e fluida eleganza. Il pezzo conclusivo, Ritorni, è un pensiero dolcemente ossessivo che (ri)torna alla mente, l’accarezza, la invade, la culla e poi se ne va, lasciandola libera e frastornata.

Il sound di “Werner” accompagna le menti inquiete, quelle menti che cercano di liberarsi e anche quelle che, invece, quasi libere lo sono già. 

“È un disco ambient, per farla breve e semplice. Una specie di colonna sonora per i pensieri che ci passano per la mente o un modo per toglierseli dalla mente, quei pensieri. Per me è stato tutte e due all’occorrenza, e spesso ha funzionato meglio di una terapia.”

Filippo Rieder

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