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Clustersun – Avalanche

2021 - Icy Cold Records / Little Cloud
pysch-rock / shoegaze

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Tracklist

1. Desert Daze
2. All Your Pain
3. Closer/Deeper 
4. Juggernaut 
5. Avalanche (Legion 5) 
6. Barricades 
7. Sinking In To You 
8. Scar 


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Se già nel precedente “Surfacing The Breathe“, i catanesi Clustersun avevano inserito elementi di psych-rock nel loro shoegaze di fattura internazionale, con il nuovo “Avalanche” la sterzata è brusca ed imponente. Il trio etneo, uno degli act più interessanti del panorama italiano di riferimento, evolve ancora ed è oggi la voce di una valanga rovente di magma psichedelico: nel nuovo lavoro, che porta le firme della francese Icy Cold Records e della statunitense Little Cloud, lo sfondo non è più quello avvolgente di uno shoegaze che era comunque graffiante, quanto piuttosto l’inquietante desolazione di un deserto torrido ma evocativo di idee e allucinazioni.

Non è un caso dunque che la traccia di apertura si intitoli Desert Daze e sia un’autentica legnata: ritmiche che scuotono la crosta terrestre e chitarre dure come il marmo si infrangono dritte sul volto dell’ascoltatore, che se certo si aspettava tutt’altro da questo disco non potrà rimanerne indifferente. Sulla stessa lunghezza d’onda, Juggernaut mette invece in mostra una certa passione dei Clustersun per insospettabili atmosfere gotiche, mentre Scar è un treno senza controllo che procede a velocità supersonica sferragliando su binari incandescenti dal retrogusto puramente thrashcore.

Nemmeno quando abbassa i toni la band catanese abbandona il suo nuovo habitat zeppo di oscuro calore e sinistra inquietudine: il desert blues di All Your Pain è cupo e ossessivo, un vero e proprio vortice psichedelico da incubo, mentre Barricades è una nenia ipnotica che con le sue melodie mediorientali sembra estirpare le radici più lontane della terra d’origine dei Clustersun per ripiantarle con rinnovato ardore. L’unico episodio delicato del disco, nonché quello più vicino alle strutture tipiche dello shoegaze e del dream pop è la malinconica Sinking In To You, un classico del genere che funziona bene, ma che in questo lavoro dai contorni sempre spigolosi e rocciosi come non mai suona quasi fuori luogo.

Viscerale, crudo e fragoroso, “Avalanche” appare oggi quasi un’apparizione spettrale nel panorama italiano, un disco di rock granitico che toglie il fiato e che da queste parti mancava da un po’.

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