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Manuel Pistacchio – Scordato Cuore

2021 - Brutture Moderne
art indie pop / noise pop

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Tracklist

1. Contaminazione
2. Amicizia
3. Oceano
4. Giovane Arold
5. Compleanno
6. Primo mattino
7. Aria fresca
8. Vibra ancora


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È il 2021 e abbiamo imboccato, perlomeno qui in Italia, il viale del post-post-post tutto che porta chissà dove, forse al silenzio. Ma, già che ci siamo, perché non fare ancora un po’ di quel sano rumore che ha contraddistinto le produzioni nostrane dagli anni ’80 e giù giù fino ai giorni nostri, un percorso a imbuto, dal quale stillano ancora gocce di qualcosa. Tra queste c’è Manuel Pistacchio.

Non parlo a caso di rumore, anche perché sono in tanti ad averlo osannato per poi tradirlo tra ascolti e musica composta, togliendo quel bellissimo gradiente che può rendere anche pop e cantautorato qualcosa di diverso dalla nostra tradizione, anche alta (e insomma, parliamo tutti di Battiato, ma ha senso farlo, è lui che ha rivoluzionato la faccenda). I componenti del gruppo, ovvero Diego Pasini, Lorenzo Camera (Ponzio Pilates e il suo progetto allucinato Mondoriviera), Francesco Giampaoli (Sacri Cuori, GDG Modern Trio) e Arianna Pasini (Urali), sanno che fondere classico e post-moderno può funzionare e fanno ben più di un tentativo, perché c’azzeccano al volo tre anni fa col debutto “Di primo mattino” e, saggiamente, continuano per quella strada, facendo nuovamente centro, anzi, migliorando esponenzialmente il discorso lì iniziato.

Scordato cuore” è un concentrato poetico di leggiadria e suoni stridenti, prende tante lezioni passate (Üstmamò, primi Baustelle, magari pure i Verdena di “Wow”) modernizzandone l’abito, cucito su misura, bello e calzante a pennello. Resta fuori dagli schemi, i testi e la voce di Pasini si auto-scontrano, tra belle insensatezze e gentilezza, mentre gli strumenti sbattono qui e là, come mosche su un vetro, finché la traiettoria non si raddrizza, su tutti il basso di Giampaoli si prodiga architettando strutture mai lineari e interessanti, come in questi ambiti non si fa più da un bel pezzo. In momenti di calma e quiete si trova aria pop da respirare a pieni polmoni (Oceano, Amicizia), sacrali ramificazioni folk che già furono boniveriane prima del tracollo di Vernon che occhieggiano a certe cosucce dell’Arto Lindsay solista (Compleanno), decomposizioni digitali minimaliste che fanno ondeggiare appesi su tralicci post-punk (Primo mattino, Giovane Arold), gentili deflagrazioni elettriche (Contaminazione), squagliamenti sintetici in struggenti mareggiate acustiche (Aria fresca) il tutto confezionato con vera e propria arte e cura, un amore che non si trova proprio dappertutto.

Vien da pensare che quella fastidiosa hit che gira da Sanremo non dica propriamente il vero: la musica leggera non è sinonimo di non pensare a un cazzo di niente. Infatti Manuel Pistacchio dimostra semmai proprio l’opposto. Se le cose fossero andate come avrebbero dovuto, in tempi ormai remoti, sarebbe valso un passaggio radio ad un bel numero di brani di “Scordato cuore”, ma in fondo è meglio così. Certe cose stanno bene dove sono, e sono belle pure per questo.

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