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Xasthur – Victims Of The Times

2021 - Lupus Lounge / Prophecy Productions
psych folk / americana

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Tracklist

1. Same Old Suspects
2. Dust Of What Was
3. Mirror In The Face
4. Unsolvable Puzzles
5. Fairy Tale Ideologies
6. Medieval Acid Folk
7. Stars Amongst Failures
8. Reality Is the Unknown
9. Estranged
10. Postponing My Funeral
11. Static Of Uncreativity
12. A Future To Fear
13. Ghost Of An Excuse
14. Mirrormindfuck
15. Benefits Of Dying
16. Victims Of The Times
17. Digital Beast
18. Home Is Nowhere
19. Allegiance To The Meaningless
20. Justify Your End
21. In Search Of Sanity
22. Voluntary Prisoners


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Le grandi personalità musicali si vedono nel momento in cui, pur mutando completamente la propria forma, riescono a conservare tutto ciò che li ha contraddistinti. Nel suo piccolo Scott Conner rientra perfettamente in questa cerchia di artisti che hanno creato un suono, lo hanno smembrato per poi ricostruirlo sotto una forma totalmente differente.

A partire da quel “Portal Of Sorrow” in cui (grazie anche e soprattutto ad una splendida Marissa Nadler) il depressive black metal iniziava a dar spazio a una sempre più presente chitarra acustica tutte le emozioni più profonde di Scott si sono catalizzate su di un’espressività minimale che fa della riscoperta delle proprie radici il proprio credo, similmente a quanto fatto da Austin Lunn coi suoi Panopticon. 

Ma laddove Austin celebra la natura e la sua forza intrinseca, quello su cui Xasthur pone il suo focus è la decadenza (sia metropolitana che rurale) della società americana e lo fa contaminando i mezzi del cantautorato folk/psichedelico e della tradizione più puramente americana (inteso come genere musicale) con le melodie e gli arrangiamenti del proprio passato black lo-fi. Quello che ne esce è un affresco acustico nerissimo spalmato su ventidue brani e su più di un ora di musica difficile e spesso impenetrabile, forse ancor più di quello che ci avevano abituato dischi come “Nocturnal Poisoning” o “Defective Epitaph”.

L’apparente tranquillità delle chitarre acustiche non stempera la tensione depressiva e nera della musica di Xasthur ed è proprio la mancanza di strutture prettamente rock che la rende ancora più claustrofobica. I più attenti troveranno infatti le stesse sensazioni, gli stessi labirinti emotivi del passato musicale di Conner, solamente veicolati tramite un diverso linguaggio musicale. 

Non tutto è perfetto e alcuni brani risultano troppo simili tra loro, ma momenti come Ghost Of An Excuse o Benefits Of Dying danno le stesse identiche emozioni di una Prison Of Mirrors o di una Screaming At Forgotten Tears.

Victims Of The Times” è un lavoro asfissiante e difficile nella sua claustrofobica monotonia, ma che ha il pregio di essere una perfetta istantanea monocromatica del ventre oscuro del sogno americano.

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