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At The Gates – The Nightmare Of Being

2021 - Century Media
melodic death metal

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Tracklist

1. Spectre Of Extinction
2. The Paradox
3. The Nightmare Of Being
4. Garden Of Cyrus
5. Touched By The White Hands Of Death
6. The Fall Into Time
7. Cult Of Salvation
8. The Abstract Enthroned
9. Cosmic Pessimism
10. Eternal Winter Of Reason


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Un concept album sul pessimismo? E perché no? D’altronde, il periodo storico decisamente particolare che stiamo attraversando non può che far sorgere pensieri a tinte fosche. E il futuro appare nero, anzi nerissimo agli occhi degli At The Gates di “The Nightmare Of Being”, un album dalle atmosfere tetre e opprimenti che prova a tradurre in musica i mondi orrorifici descritti da H.P. Lovecraft e Thomas Ligotti.

Negatività, nichilismo e catastrofismo: sono questi i tre fattori che guidano la penna del cantante Tomas Lindberg, indagatore dell’incubo che scava nelle profondità dell’essere per portare alla luce una realtà talmente deprimente da gettare nello sconforto anche l’ascoltatore più giulivo.

La lunga e ultra-epica parte strumentale che fa da introduzione alla prima traccia, sontuosa con le sue chitarre che armonizzano per terze, potrebbe trarre in inganno. Una bella botta di vitalità per aprire le danze del settimo disco del quintetto svedese. Che ci sia una luce in fondo al tunnel della disperazione? No, proprio per nulla; non appena la band decide di cambiare passo e darci dentro, infatti, i ritmi si fanno vorticosi, le pennate corrono incessantemente e dalla gola di Lindberg si sprigiona lo spettro dell’estinzione.

Una minaccia mortifera che, pur aleggiando sulle note di “The Nightmare Of Being” nella sua interezza, emerge in maniera netta soprattutto nei brani più crudi, diretti e pesanti inseriti in scaletta; tutti più o meno in linea con i canoni del death metal melodico tradizionale, anche se adornati di non pochi “abbellimenti” (The Paradox, Eternal Winter Of Reason e l’ottima title track).

Negli altri pezzi invece prevale la grandeur dei nuovi At The Gates, che sperimentano con il progressive (Garden Of Cyrus, The Fall Into Time, Cult Of Salvation), la musica sinfonica (Touched By The White Hands Of Death, The Abstract Enthroned) e persino con lo spoken word (Cosmic Pessimism) per aggiungere un po’ di “colore” a un album freddo, spietato e oscuro. Piccole ma incisive sfumature sonore in grado di rendere più stimolante l’ascolto di un lavoro che, pur reggendo a fatica il confronto con i vecchi classici del gruppo, non delude in alcun modo le aspettative. 

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