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New Candys – Vyvyd

2021 - Little Cloud Records / Dischi Sotterranei / Fuzz Club
psych rock

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Tracklist

1. Twin Mime
2. Zyko
3. Factice
4. Begin Again
5. Evil Evil
6. Vyvyan Rising
7. Helluva Zoo
8. The Clockmaker
9. Q&K
10. Snake Eat Snake


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Traendo ispirazione da mostri sacri quali Velvet Underground, Syd Barrett e (soprattutto) The Jesus and Mary Chain, i veneziani New Candys sono riusciti nell’invidiabile impresa di ritagliarsi uno spazio tutto loro nella scena rock internazionale, anche grazie al supporto di un’etichetta di assoluto spessore come la londinese Fuzz Club, che negli ultimi anni ha investito enormemente nell’underground italiano, arruolando band quali Sonic Jesus, Rev Rev Rev, JuJu (Gioele Valenti) e The Gluts.

In un’intervista a Bordeaux nella primavera del 2019, frontman Fernando Nuti (chitarra, voce) ci aveva avvisato che “il prossimo album [avrà] alcune sonorità per noi inedite”. Ebbene, a cosa si riferiva? Se da un lato i Nostri continuano a seguire le orme di realtà oramai consolidate quali The Black Angels, The Warlocks e The Brian Jonestown Massacre, avventurandosi in escursioni sonore in bilico tra rock’n’roll, psichedelia e shoegaze, dall’altro approdano con “Vyvyd” in lidi decisamente più “hi-fi”, omaggiando sì l’etica DIY tanto cara alla band, ma suonando stavolta come un prodotto di primissima qualità.

Scritto tra il 2018 e il 2020, registrato ai Fox Studio di Venezia dal chitarrista Andrea Volpato (il cui nuovo progetto MØAA abbiamo recensito qui), mixato da Tommaso Colliva (Calibro 35, The Jesus and Mary Chain, Damon Albarn) e masterizzato da Giovanni Versari, “Vyvyd” è il primo prodotto della line-up corrente, una formazione che, a giudicare dalla qualità del risultato, sembra equipaggiata per superare il test del tempo. Basti pensare all’incredibile tripletta iniziale (il singolo-killer Twin Mime, l’hard-rock alla nitroglicerina di Zyko e l’eccellente Factice, che scalderebbe il cuore ai fratelli Reid): sono proprio il basso di Alessandro Boschiero e le pelli di Dario Lucchesi a fare la differenza, trascinando impeccabilmente riff carichi di energia eighties e mischiando l’attitudine Madchester-style di Stone Roses e Primal Scream all’estetica seducente di Dandy Warhols e Black Rebel Motorcycle Club.

La coda strumentale di Begin Again ci concede un attimo di respiro, ma coi New Candys il pericolo è sempre dietro l’angolo: Evil Evil ci trascina infatti in un vortice distopico alla A Place To Bury Strangers da cui sembra non esserci ritorno. Un vortice che cambia tuttavia forma con la successiva Vyvyan Rising, una riuscitissima cavalcata psichedelica che ci ricorda diversi compagni d’etichetta (dai francesi Servo agli svedesi Dead Vibrations), per poi estinguersi completamente nelle plettrate acustiche di Helluva Zoo, vero outlier del disco e inaspettato momento di malsana convivialità tutto The Brian Jonestown Massacre. La seconda metà di “Vyvyd”, decisamente più posata della prima, ci sorprende quindi con interessanti parentesi indie-rock figlie della scuola Interpol/Strokes (The Clockmaker) e calibratissime suite dal retrogusto malinconico, al limite del goth (Q&K, in cui brilla la voce di Jancy Buffington, numero due dei sopracitati MØAA, e la conclusiva Snake Eat Snake).

Vyvyd” non è solamente un ottimo disco, ma un gran traguardo per una band che, tra cambi di line-up, problemi di visa e pandemie varie, ne ha passate davvero di tutti i colori. A proposito di colori, alla fine della fiera le tinte che contano sono davvero poche, come evidenziato nell’azzeccatissima copertina firmata Lucy Færy: il nero, simbolo della notte, culla di sogni ed incubi, e il giallo, sinonimo di illuminazione e creatività. Per noi, “Vyvyd” è il corrispondente di un grosso “eureka”, la prova che i New Candys non hanno mai avuto le idee così chiare.

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