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Milena Medu – M

2021 - Mold Records
elettronica

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Tracklist

1. Made Up
2. Misbehave
3. Manshield


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Roma come fucina di musica elettronica è un’angusta camera sul Tevere arredata con mobilia minimalista.  

Girando di notte nel quartiere di San Lorenzo si respira un’aria di ricordi, custoditi negli anfratti del laterizio rossiccio. Memorie di un crocevia di idee, partorite estemporaneamente. La progettualità discografica della tradizione elettronica capitolina è un happening che dura da tre decenni (e poco più). Verso la fine degli anni 80, nella capitale, era infatti di stanza lo sperimentalismo techno ed elettronico più prolifico. Alcune trasmissioni radiofoniche come Centro Suono Rave riuscivano a dare spazio all’avanguardia sonora che stava attraversando in quegli anni l’Italia. Una scena omogenena, di nicchia, che trovava spazio nei rave party (clandestini e non) organizzati alle porte di Roma. E la memoria della electronic tradition si è annidata nella produzione di Milena Medu, artista romana giunta al suo quarto album. “M” è prodotto dall’etichetta discografica indipendente Mold Records, di base a Trieste. Un EP asciutto, sintetico e granitico, a tratti permeante ed onirico.

L’elettronica è soprattutto un genere musicale malleabile, cinematico ed immaginifico. Milena ce lo aveva spiegato per bene nel suo terzo EP, Premonition  dove si poteva viaggiare su binari metafisici attraverso un trip hop d’avanguardia inusuale.

Classe 89, cresciuta a Centocelle (nella periferia di Roma Est), la Medu sollecita il pubblico, attraverso il profilo Instagram, a chiedere la sua voice for rent, because ask and you will be given. Songwriter e producer, Milena è anche una notevole fotografa (particolarmente legata all‘effetto bianco e nero).

“M” è un più che sintentico journey nel concettualismo dell’elettronica. Decisamente lineare. Esplicativo con la titolazione stilizzata della consonante M, quella che richiama sia il suo nome che il suo cognome. Una monografia in tre tracks che consente al pubblico di districarsi tra i nodi esistenziali più ignoti. Un trittico esistenziale, che in arte potrebbe essere rappresentato attraverso una pala d’altare, tinteggiata di oro. Nascita, cammino distorto e infine autodifesa dal Fato.  

Made Up, fatto di note e desideri. Circa 5 minuti di solennità metallica. Lo strutturalismo dell’EP prende forma mentre una voce femminile afferma discorsi da rituale. Il coro altisonante si alterna ad arpeggi artificiali. Sul finale una marcia ideale che ci accompagna verso la frantumazione dell’essere.

Misbehave, comportarsi male può essere una forma di autodifesa. Il più delle volte è un’incapacità umana nel sapersi raccontare. L’escapismo sostituisce, talvolta, l’essenza. Eppure anche la finzione sperimentale è funzionale al rigenerarsi della realtà. Il pianoforte simil jazz definisce i contorni di una track trip hop dalle sfumature post rock,

Manshield, lo scudo umano che tutti proviamo a costruire per la nostra pelle. Le amicize perdute e le loro cicatrici insanabili al centro del brano. L’apertura da ballad romantica si infrange sui crepitii dei synth, mentre la voce di Milena lascia andar via dal petto il dolore dei ricordi. Siamo davanti alla traccia più sperimentale dell’EP.

L’Alt Trip Hop di Milena Medu è una manifestazione sonora innovativa ma al contempo approfondita, ponderata e autentica. Sulla scena musicale dal 2019, Milena ha già saputo affermarsi come songwriter e produttrice indipendente, plasmando una forma sonora del tutto individuale. Nella cover dell’album una M stilizzata in controluce, mentre il profilo di Milena si dissocia dallo sfondo, sdoppiandosi in una nube biancoscura.

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