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The Hornets – Heavier Than a Stone

2021 - Go Down Records
heavy fuzz rock

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Tracklist

1. Don’t Talk About Love
2. Female Creed
3. Superman (Nietzsche)
4. Get Out (Baby Get Out)
5. Fighting Man
6. The Best
7. 1997
8. Rockstar’s Syndrome
9. Not So Easy


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La band inglese The Hornets fa il suo debutto discografico con un album incendiario e carico di adrenalina. L’uscita di “Heavier Than a Stone” per l’etichetta italiana Go Down Records è un fulmine a ciel sereno e rispecchia molto lo stile di vita del gruppo, che si forma per divertimento nel 2016 a West London, nella parte occidentale di Londra. L’obiettivo è quello di uscire dalla solita routine di sempre per dare libero sfogo allo svago, toccando anche tematiche personali come delusioni amorose, brutte giornate e situazioni scomode da affrontare.

Le sonorità prettamente rock’n’roll si incastrano a riff melodici e sono un viaggio interiore nella mente di questi ragazzi, amanti del periodo anni ’70, con composizioni vivaci e graffianti. Nelle nove tracce che compongono questo lavoro il rock energico scorre lentamente sui diversi generi di spessore, come il southern rock e il blues.

Il disco viene anticipato dal singolo Female Creed, che descrive le varie sfaccettature di ognuno di noi, quindi non una semplice abitudine dell’aspetto femminile, ma un insieme di stereotipi che mira ad evitare distinzioni. Le linee vocali sono dirette e molto ampie, con un ritornello orecchiabile e d’impatto. Sul riff melodico danza tutta la tecnica sognante della band. Ma andiamo in ordine con in primi secondi di Don’t Talk About Love, brano d’apertura in cui troviamo un chiaro riferimento ai Van Halen. Il brano si presenta enorme e caotico, basato su un nucleo infinito di persone che cantano a squarciagola dentro uno stadio affollato. Il gusto settantiano poi funziona alla perfezione, con sfuriate elettriche stile garage rock, sempre avvolti da una melodia delicata. Invece su Superman (Nietzsche) la tematica accelera d’intensità spostandosi su di una struttura blues rock e la chitarra si cimenta in un giro ripetitivo ma importante. Sembra di ascoltare una canzone degli storici Lynyrd Skynyrd mentre si viaggia lungo le strade calde del Mississipi. La stessa atmosfera la si ritrova anche in Get Out (Baby Get Out), impreziosito dal pianoforte danzante, un brano godibile e originale.

Fighting Man è un’opera sensibile, che ci porta indietro nel tempo a gruppi degli anni 60, nello stile dei Rolling Stones, soprattutto per quanto riguarda la linea vocale molto vicina al geniale Mick Jagger. Per il resto anche qui la struttura del brano si regge in piedi su di un tappeto sonoro leggero e preciso.

Nelle successive The Best e 1997 si lascia spazio alle sonorità più commerciali verso il pop, che incontra il sound ruvido delle chitarre e i cori in sottofondo, racchiudendo tutte le tecniche sopraffine di questi musicisti, che portano a termine il loro compito alla grande, senza annoiare. Verso la fine ci soffermiamo su una traccia interessante. Rockstar’s Syndrome si libera rapida e graffiante sopra una batteria ipnotica. Qui ci sono anche degli esperimenti diversi sulla voce, che si abbandona nel mezzo di un vortice oscuro e collega l’assolo di chitarra stupendo del finale. Chiudiamo con la genuina Not So Easy e l’attitudine più dura della band, che vira verso l’hard rock in uno dei brani migliori di questo disco, che coinvolge appieno nel suo ascolto.

Heavier Than A Stone” è un lavoro divertente, fresco ed elettrizzante. Al suo interno però manca un po’ di originalità, nelle tracce si sussegue un alternarsi di grandi emozioni adatte a un pubblico che vuole svagarsi e lasciare indietro i pensieri negativi. I The Hornets cercano di arrivare in pieno all’orecchio dell’ascoltatore per rendere le giornate più leggere.

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