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Alexis Marshall – House Of Lull. House Of When

2021 - Sargent House
noise / post songwriting

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Tracklist

1. Drink From The Oceans . Nothing Can Harm You
2. Hounds In The Abyss
3. It Just Doesn’t Feel Good Anymore
4. Youth As Religion
5. Religion As Leader
6. No Truth In The Body
7. Open Mouth
8. They Can Lie There Forever
9. Night Coming


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Primitivo, brutale, ossessivo. Aggettivi che si sposerebbero bene anche coi suoi Daughters ma che con “House Of Lull. House Of WhenAlexis Marshall fa del tutto suoi, aprendo ad una realtà del tutto priva di pietà e luce. Il senso di scoramento scorre nelle vene cave sotterranee dell’album solista del cantante, anzi, del latrante, ed è un complimento.

Il re che non lascia l’edificio, ma ci entra, anche se è diroccato e forse pure in fiamme, un re che prende tutto ciò che è stato nella sua giovinezza e ne fa un rogo. C’è odore di plastica bruciata ed emozioni mangiate dai ratti. Quando si accomuna Alexis a Nick Cave non lo si fa decisamente a sproposito, anche se ricorda più dell’australiano alle prese con il disastro dei Birthday Party, qualcosa che post lo era già allora ma che oggi non può che suonare ancora più post, nel senso di postumo. Si sente la fine e la sua imminenza, ma è già dietro di noi, proprio mentre il disco scorre, come un fiume di sangue nero e marcio.

Entrato in studio, scevro di materiale pronto e assieme al batterista dei Daughters Jon Syverson e il chitarrista/cantante dei fin troppo ignorati (almeno qui, come sempre) Young Widows Evan Patterson e accolto da Seth Manchester nel suo studio. Trasuda apocalisse, Marshall, e fa sanguinare la gola dritta sul microfono, rantoli e grida e declamazione psicotica, ed è nel rigurgito del suono che tutto prende forma e le geometrie assunte vagano in uno spazio e un tempo che mal si allineano con l’anno corrente. Se è vero che i suoni sono nuovi è altrettanto vero il contrario, perché sembra di stare in una sezione di realtà che va dall’Europa grigia del Muro, con gli Einstürzende Neubauten degli esordi ben fissi in mente, e un attimo dopo a San Francisco a imparare la lezione degli Oxbow senza scordare quella di del King Ink e Harvey in gioventù.

Il rumore copre tutto come una coltre impenetrabile: metallo, legno, catenacci, lastre, fiati, tremori, viti e bulloni schiantano uno spartito illeggibile, nessun tipo di linearità seppur la forma canzone esista, sebbene sepolta dalla pesantezza, assieme a pianoforti dilaniati e usati per rendere ancor più indigeribile il tutto, un film horror senza fine, mentre Alexis ora lancia strali, ora pondera nella sofferenza e nel ricordo, sassofoni che gridano e sfibrano (sembra di stare nei terreni battuti da Patton e Zorn in “Pranzo oltranzista”), loop ipnagogici, come un predicatore orrorifico issato su un pulpito di ossa e merda, la voce che graffia un pavimento strumentale ridotto ai minimi termini. Rotola, crolla, esplode e si contorce, ferisce e poi sputa sulle escoriazioni, è una messa noise che passa da ondate di delirio ad altissimo volume e vandalismi sommessi scossi da dolori tremebondi che squassano le viscere fino a farle finire dritte sul pavimento.

House Of Lull. House Of When” è un disco inconcepibile per il 2021, è fuori tempo non massimo, di più, è un mostro ingestibile, il gigante più cattivo possibile e l’experiment in terror più agghiacciante che il mondo non-allineato potesse rigurgitare in un mercato piatto e assuefatto. Per questo è importante che esista. Per questo è difficile che venga compreso. Per questo è pazzesco.

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