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Liars – The Apple Drop

2021 - Mute Records
post punk / new wave

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Tracklist

1. The Start
2. Slow And Turn Inward
3. Sekwar
4. Big Appetite
5. From What The Never Was
6. Star Search
7. My Pulse To Ponder
8. Leisure War
9. King Of The Crooks
10. Acid Crops
11. New Planets New Undoings


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Continua ricerca, incessante sperimentazione, pubblico mutevole. Questi sono gli aspetti che hanno accompagnato, sin dagli inizi, la carriera musicale dell’ormai pluriventennale progetto che risponde al nome di Liars, un progetto newyorchese che però è sempre stato capace di subire l’influenza del più puro e raffinato degli internazionalismi sonori.

Liars è sempre stato capace di mischiare, occultamente, cultura punk ed esagerazione anni ‘90. Ma questo è un disco che credo solamente i fan più longevi ed educati a loro, potranno appezzare pienamente. “The Apple Drop” ha meno appendici elettroniche rispetto ai precedenti “Mess”, per esempio, e consequenzialmente, di primo acchito, può apparire meno ritmato e divertente. Ma al contempo, riducendo l’influenza post-punk ai minimi termini, rimane un disco più viscerale ed introspettivo, che meno porge il fianco a facili contaminazioni di pubblico, cosa che più frequentemente accadeva ai debutti della band. 

Sewkar è, a testimonianza di ciò, un pezzo troppo difficile e sconnesso, che arriva a trascinarsi in un ritornello troppo rude e malizioso, stridente con la totalità della canzone. Motivi come Big Appetite, al contrario, ci riportano direttamente ai Liars dello scorso decennio: è un brano preciso, pensante, edificato su linee che possiamo facilmente seguire, senza pensare a troppi stravolgimenti. È un pezzo dedicato agli anni novanta, quindi, che ha come unica pecca quella di cadere inesorabilmente in volteggi che, dopo poco, stancano. King Of The Crooks vi si pone in aperto conflitto, rappresentando la più alta emanazione della cultura indie rock newyorchese degli ultimi anni: rock’n’roll e clubbing. From What The Never Was e Star Search, disposti in tandem all’interno del disco, strizzano l’occhio alla scena Washington dei primi duemila e sono entrambi elaborati, molto sentiti e caratterizzati da una linea abbastanza punk. 

In sostanza, “The Apple Drop” è un disco scritto per i fan ma non dai fas. Che vive di rendita. Personalmente non mi è sembrato apporti nulla di innovativo e, onestamente, mi sarei aspettato più coraggio da Angus Andrew e soci, soprattutto in un periodo aspro come questo.

Fuori per Mute Records, etichetta di zona che ha già lavorato, tra gli altri, con Lee Ranaldo e Swans.

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