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Tropical Fuck Storm – Deep States

2021 - Joyful Noise
psych rock / art punk / noise rock

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Tracklist

1. The Greatest Story Ever Told
2. G.A.F.F.
3. Blue Beam Baby
4. Suburbiopia
5. Bumma Sanger
6. The Donkey
7. Reporting Of A Failed Campaign
8. New Romeo Agent
9. Legal Ghost
10. The Confinement Of The Quarks


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Siamo di fronte ad una band che, nonostante l’estrema difficoltà diffusa di espressione che caratterizza questi tempi, prova a raccontare qualcosa. Lo fa attraverso i testi del cantante ex-The Drones Gareth Liddiard che nella traccia d’apertura The Greatest Story Ever Told dove i Tropical Fuck Storm riescono addirittura ad aggirarsi dalle parti di un contemporaneo “Sally Can’t Dance” quindi le premesse per un bell’ascolto ci sono. Ma c’è qualcosa che non mi convince, infatti subito dopo, addentrandoci nel loro terzo album “Deep State”, veniamo centrifugati da strepitose distorsioni che però risultano troppo ricche di sovra-pipponi sonori che se asciugati suonerebbero meglio e il cantato hip hop di G.A.F.F. sorretto da una struttura pazzoide di controtempi e campionamenti potrà sicuramente piacere a molti ma fa crollare l’impressione avuta nel primo pezzo, inoltre non mi sembra avere ben chiaro dove voglia andare a parare. Io ho capito che la musica cambia e i suoni con essa ma non riesco ad avere chiare le emozioni che i Tropical Fuck Storm vogliono trasmettermi.

C’è un po’ di questo, un po’ di quello: elettronica, percussioni improbabili, finti scratch, doppie voci, strampalate incursioni noise ma tutto rimane sospeso in un magma paranoico di coolness forzato, una versione zombie della gloriosa Alternative Nation. Mi dispiace ma quello che sento non rispecchia il mondo in cui viviamo, non nel bene e non nel male. Mi rendo conto che sono ragazzi alla ricerca di apprezzamento ma usare ritmiche trip (trap) hop mescolando influenze che sanno troppo di contemporaneo senza mai far intravedere un background storico musicale non funziona, perchè il problema dei Tropical Fuck Storm è lo stesso di migliaia di altre band in circolazione: voler piacere. Guardate che non c’è niente di male nel copiare dai grandi del passato, è da lì che si inizia ad essere originali. Lo so, sono pedante e mi metto in cattedra come al solito, ma sono la frustrazione e lo sconforto a guidarmi.

Una canzone, forse, mi risolleva da suddetto sconforto, precisamente la traccia 8, New Romeo Agent: ha i piedi un po’ più per terra, è meglio scritta, meglio pensata e ha un’aria più spontanea, dalle parti dei primi Blonde Redhead, l’unico pezzo di “Deep States” che suonerei volentieri allo stereo. Quindi non tutto è perduto ma gli elementi che mancano al resto del disco non sono dettagli ma freschezza, respiro, spontaneità.

Infine auguro a questa band tutto il meglio e che il mio giudizio possa venire ribaltato al più presto.

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