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Halsey – If I Can’t Have Love, I Want Power

2021 - Capitol
art pop

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Tracklist

1. The Tradition
2. Bells In Santa Fe
3. Easier Than Lying
4. Lilith
5. Girls Is A Gun
6. You Asked For This
7. Darling
8. 1121
9. Honey
10. Whispers
11. I Am Not A Woman, I’m A God
12. The Lighthouse
13. Ya’aburnee


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Anche nel 2021 basta un produttore per fare la differenza, fosse anche solo mediatica. Halsey, all’anagrafe Ashley Frangipane, classe 1994, nasce come autrice pop, una delle tante amate dalle nuove generazioni soprattutto statunitensi, e lì rischiava di restare, perché i suoi primi tre album presentavano tutte le vestigia del caso, con le solite due o tre formule radiofoniche che tanto piacciono alla generazione z. Niente di che, dunque. Trent Reznor e Atticus Ross devono averci visto qualcos’altro. Cosa, a essere pienamente onesto, non ne ho proprio idea, infatti gli esperti sono loro.

Del genio di Mercer conosciamo bene il tocco di Mida, lo abbiamo già visto in azione diverse volte, una su tutte con Marilyn Manson. Ma quello all’epoca era il suo campo d’azione, uscitone nel 2007 producendo un talento già in essere, quello di Saul Williams, che aveva già dimostrato di essere in grado di cambiare le regole del gioco (il rap game, per la precisione), cosa che ovviamente non gli ha portato grandi profitti, ma un album di valore immenso, seguito da altri, in cui Trent e Atticus non c’entravano più nulla. Ora i NIN si spingono nel mondo del pop, cui già avevano occhieggiato mostrando il pollice all’insù dando il via libera a Miley Cyrus/Ashley O con le sue cover dei loro classici, mettendo mano al quarto album di questa popstar in erba che in patria miete consensi da un pezzo, ma che di concreto a noi “da questa parte della barricata” potrebbe non fregarcene di meno, anche se la moda è quella di promuovere tutto ciò che sembra pop ma anche no, basta tapparsi le orecchie (sì, ce l’ho con voi che incensate Madame, Taylor Swift e Lorde, non lo nascondo nemmeno).

La scelta di Halsey di avvalersi della premiata ditta RR e, in alcuni casi, dell’altro veterano del banco mix Greg Kurstin, sembra chiaramente calibrata per il cambiamento, perché della vecchia sé non resta che la sua voce, qui usata in maniera spesso diametralmente opposta, altre nello stesso identico modo di prima, creando uno scollamento con il resto della struttura che, neanche a dirlo, assume una luce ben più oscura. Nulla da ridire, non sono solo gli “alternativi” a poter cambiare pelle a seconda di quello che vogliono trasmettere, è pleonastico dirlo, e quindi il pop della cantautrice americana si fa più articolato, va a toccare temi che oggi tengono banco come l’essere donna, la gravidanza, le bellezze ma anche gli orrori che quest’ultima comporta. Anche l’artwork risente della presenza degli spettri industriali, e a me pare un po’ un copione scontato, benché sia d’impatto.

If I Can’t Have Love, I Want Power” è un album che muta forma ad ogni brano e lo fa a regola d’arte, cosa che le costerà, a mio parere, gran parte della sua fanbase che dubito sia pronta a questa sterzata sostanziale. Delle tante nature in ballo spiccano quella punk rock a tinte novantiane (magari non prepotente come quello di good 4 u di Olivia Rodrigo, che per inciso adoro) di Easier Than Lying e più smaccatamente alternative e rumoreggianti di The Lighthouse (che picchia duro) Honey e Girl Is A Gun, le ballate per piano e macchine come la strapotente 1121 o il pop ultramoderno che permea la furbesca Lilith. Inutile dire che sono presenti i rintocchi reznoriani al pianoforte che non tardano a farsi riconoscere, che permeino tutta l’aria come l’iniziale The Tradition o siano accompagnamento al groove ficcante e nervoso di Whispers non cambia il risultato finale.

Scrivere un disco pop coraggioso costa fatica ed è un lavoraccio, per una marea di motivi, e se a farlo è gente che questo genere esteso non l’ha mai seriamente lavorato in prima linea il risultato non può che essere di fondo interessante, ma la domanda che ne scaturisce è “tutto qui?”. Nessun miracolo, una marea di idee, alcune pure vincenti e belle ma sì, tutto qui perché l’ambizione non sempre paga. La prova del fuoco sarà domani, oggi Halsey entrerà nelle cuffie di noi anomali, in futuro probabilmente no.

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