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The Bronx – Bronx VI

2021 - Cooking Vinyl
rock / hardcore punk

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Tracklist

1. White Shadow
2. Superbloom
3. Watering The Well
4. Curb Feelers
5. Peace Pipe
6. High Five
7. Mexican Summer
8. New Lows
9. Breaking News
10. Jack Of All Trades
11. Participation Trophy


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Il mio per i The Bronx è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Erano da poco iniziati gli anni Zero e mi stavo facendo un’abbuffata di dischi come “Supershitty To The Max”, “Apocalypse Dudes”, “A Drug Problem That Never Existed”, “Basement Apes”, “Tyrannosaurus Hives”…insomma, avete capito, una quantità di violenta r’n’r e ignoranza fotonica da finire al tappeto in men che non si dica; gira che ti rigira finisco per mettere la mani pure sul primo omonimo della band californiana e bam, eccomi lì, al tappeto, come dicevo poc’anzi.

Il gruppo di Matt Caughthran mi fece fuori nel giro di una manciata di brani. Di loro adoravo, e adoro ancora, l’essere tremendamente diretti e feroci, capaci di assalti impietosi melodicamente calibrati sul librarsi in volo con la propulsione di un calcio nel culo dato alla massima potenza. Non sembrano volersi chetare, questi cinque maledetti, a maggior ragione ora che del quintetto fa parte quello schiacciasassi di Joey Castillo, e quando c’è uno così alla batteria…

Com’è “Bronx VI”? Divertimento allo stato solido, come cadere da una Buick Riviera arrugginita in corsa e prendere una sonora facciata sull’asfalto. Spianano tutto, i The Bronx, lo fanno a suon di ritmi imbestialiti, velocità insensate, riff di cemento armato, grida belluine spalleggiate dai soliti cori d’ordinanza tutti presi a intonare inni sfrontati, d’amore e morte che spesso si incrociano, di momenti di merda (e ispirazione per scriverne è fin troppa) o festa, di un passato cui ancorarsi e magari sputare sul cadavere ormai freddo della scena punk (“Rebel becomes routine, and now you’re dying like the punk scene” è la pietra tombale posta su Curb Feelers), loro che il punk lo usano come se non avessero mai fatto null’altro, e in effetti è proprio così, basti sentire tutto l’hardcore melodico che sgorga in Breaking News per farsene una ragione. Non rallentano proprio mai e se lo fanno è solo per essere ancor più pesanti e piantarci per terra come paletti per reggere la yurta sotto la quale si svolge un’orgia di pogo ed elettricità.

Ma basterà questo album per allontanare il timore che lo spauracchio paventato da Chris Deville su Stereogum che il revival di certo rock in America sia guidato da un gruppo italiano a dir poco indecente? Io un po’ ci spero, ma è troppo poco, nonostante “Bronx VI” sia la solita batosta ben assestata. Magari anche coi Clutch…o forse è meglio fermarsi qui? Il futuro fa decisamente cagare, lo dicono pure Matt e soci: “And darkness is your destiny”.

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