Impatto Sonoro
Menu

Back In Time

“Toxicity”, l’essenza della ribellione per i System Of A Down

Amazon

Ok, è arrivato il momento di dirlo, a me i System of A Down sono piaciuti tanto e hanno contribuito in modo decisivo alla mia passione per la musica heavy. Avevo poco più di 15 anni e non avevo ancora un gusto musicale ben definito, ero esposto alla musica grazie agli ascolti che facevo in casa, Pink Floyd, Bob Marley, Bruce Springsteen, tutte cose diciamo tranquille. Ad un certo punto nel nostro giro di amici inizia a passare Toxicity, questo languido riff di chitarra che si trasforma in una rabbiosa cavalcata con l’impetuosa voce di Serj Tankian a guidare l’ascolto. Da quel momento qualcosa cambia per sempre.

I System Of A Down avevano un’appeal incredibile sulle giovani menti: urla, casino, batteria indiavolata, look da scappati di casa, avevano proprio tutto. “Toxicity” è l’album perfetto per l’adolescenza, c’è la ribellione inarrestabile della title track, c’è l’atmosfera un po’ depressiva della splendida Aerials, c’è la pura follia di Bounce o Jet Pilot, fino ad arrivare all’epica Chop Suey! che è arrivata fino al giorno d’oggi sotto forma perfino sottoforma di meme. Avrete sicuramente visto qualche sketch divertente dove alcuni ragazzi fanno headbanging fino a staccarsi la spina dorsale sul famoso stacco del pezzo.

Non solo ribellione e casino però erano collegati ai System of a Down. Posso dire che grazie a loro ho scoperto la questione armena, non l’argomento principale trattato dalla band, ma sicuramente una componente molto importante della loro identità. La band è visibilmente fiera delle proprie origini e l’ha sempre mostrato senza tirarsi indietro. Dal canto mio non ero così interessato alle questioni geopolitiche, però una cosa come un genocidio di cui non sapevo assolutamente nulla, ad un ragazzino fa una certa impressione. Da lì sono arrivato ad informarmi su come l’Impero Ottomano abbia ucciso più di un milione di persone a ridosso della prima guerra mondiale, fino ad arrivare alla controversa questione del negazionismo turco e infine il suo riconoscimento degli altri paesi nel mondo.

Ci sarebbe troppo da dire su questo disco, nella mia testa ci sono troppi momenti della mia vita legati a “Toxicity”. Mi limiterò a ricordare come da principiante alla chitarra mi misi ad imparare il brano Toxicity, dopo numerosi improperi riuscii a suonare il riff principale e credo di essere andato avanti delle settimane a disturbare chi mi stava vicino con la mia prima Ibanez nera collegata ad un mini amplificatore che pareva un tostapane, gain a palla e headbanging da solo in cameretta. Poi ad un certo momento decisi di uscire dalla cameretta per diffondere la mia voglia di fare casino, ma questa è un’altra storia.

Concludo con una doverosa considerazione. Capisco che oggi i System vengano bistrattati da molti puristi del metal, sono visti come una band per ragazzini, potremo dire estremizzando che siano considerati come i Nickelback del metal. Diciamo che il successo dei System Of A Down parla da sé e seppure la voce di Serj Tankian possa risultare alla lunga stucchevole ed un tantino sgraziata, la band ha l’enorme – e forse poco riconosciuto – merito di aver avvicinato un sacco di ragazzi alla musica heavy aprendo la strada alla scoperta di un mondo di artisti e realtà incredibili.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Articoli correlati