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Smiling – Devour

2021 - Rebel Waves Records
shoegaze / dream pop / punk

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Debutto assoluto per il progetto Smiling, nato già nel 2015 a nome Annie Girl And The Flight. La dominus del progetto è Annie Shaw, vocalist e polistrumentista di Denver, ma ormai californiana d’adozione. Insieme a lei, l’amico di vecchia data e chitarrista Josh Pollock, mentre aggregati da tempo sono il bassista Mark Nelsen e il batterista Sonny Pearce. Per la parte produttiva, gli Smiling si sono affidati a John Baccigaluppi, già attivo come editore di una rivista musicale e impegnato a vario titolo con diverse band, tra cui i 7 Seconds e i Calexico.

La registrazione dei dieci pezzi che compongono “Devour” è stata fulminea: le 10 tracce sono state incise e confezionate in soli due giorni. Si tratta di brani quasi sempre brevi, compatti, con testi scarni e senza fronzoli, che spaziano dal punk allo shoegaze che tende al dream pop, in atmosfere tanto care alla vecchia scuola statunitense dei Fugazi e britannica dei My Bloody Valentine. Si parte con Strange Attraction, all’insegna del punk e decisamente a spron battuto, seguito dalle atmosfere estive e molto dreamy di Lighthouse. Su quest’ultima falsariga si muovono le successive The Well e Other Lives.

Un primo punto di svolta si ha con Fogetful Sam, un brano che si scopre dedicato da Annie alla sua amica Chloe, una surfista di professione recentemente scomparsa: nel video si può notare la sua tavola personale. Con Do What You Want le battute scendono ancora e poi risalgono, in una sorta di rigurgito che schizza in aria in modo potente grazie a Devour, in cui è l’anima punk a riprendersi la scena.

Altra virata, di genere e di durata, si ha con FPS, un lunghissimo esercizio psichedelico. Via le sonorità liquide, restano quelle elettroniche, così in Take Your Time si ha l’idea di assistere a uno spettacolo più struggente. La chiusura è ipnotica con Duval Gardens.

C’è un appunto da fare su “Devour”: la fase di produzione pecca un po’ d’attenzione. Si percepiscono in alcuni punti – non tanti ma in modo abbastanza evidente – ingenuità strumentali e vocali. Del resto, il tutto è facilmente spiegabile con la velocità con la quale il disco ha visto la luce e sinceramente – al di là di cosi esorbitanti per affitto di sale e strumentazione – non c’è motivo per concludere i lavori in così poco tempo.Per il resto parliamo di un disco molto interessante.

Gli Smiling ci propongono un miscuglio di generi che non invecchiano mai, rivisti dalla moderna angolazione delle nuove leve. I pezzi sono tutti di buona fattura, ben assemblati e la voce di Annie segue efficacemente diversi registri. Ecco perchè li aspettiamo quando avranno qualcosa di nuovo da proporre, sfruttando al meglio il tempo a disposizione i quattro sono in grado di proporre musica di buona qualità.

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