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Andrew W.K. – God Is Partying

2021 - Napalm Records
hard rock

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Tracklist

1. Everybody Sins
2. Babalon
3. No One To Know
4. Stay True To Your Heart
5. Goddess Partying
6. I'm In Heaven
7. Remember Your Oath
8. My Tower
9. And Then We Blew Apart
10. I Made It
11. Not Anymore


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Andrew W.K., l’uomo capace di entrare in casa vostra con un calcio volante passando direttamente dello stereo e in poco meno di mezz’ora organizza una festa di cui perder il controllo, trasformando la vostra tana in un macello micidiale, è tornato. Anzi, non se n’è mai andato. Perché sono vent’anni esatti che è lì, nello spazio dedicato alla vista periferica, mentre grida col suo ghigno da invasato stampato sul volto, in un cartone animato, in un parco a suonare la batteria per i Boredoms, dietro al banco mix assieme al compianto Lee “Scratch” Perry. Ovunque.

Andrew W.K., che con la sua fissa del party ci ha fatto un concept praticamente inesauribile (anche una campagna elettorale, per dire), torna a utilizzarlo come idea di base per un album, e lo chiama “God Is Partying”. Basta pensare a dio come un tizio incazzato e vendicativo oppure immobile, lui se lo immagina preso a fare festa. Poi l’immagine che da di sé, Andrew la cura sempre allo stesso modo, non curandola. Ha la sua mise magliettabiancajeansbianchi, tutto lercio in copertina in questo caso, gettato in mezzo al pattume, devastato. Devastante. Come il disco.

Ora, già lo sapete ancor prima ch’io ne parli o di metterlo su di cosa si tratta. È anche questo il bello di Andrew, fa sempre la stessa cosa (più o meno eh, che se andate a guardare i suoi album sono più vari di quel che si pensi), e la fa con maestria. Quindi pronti a salire sul calcinculo, che lanciato alla velocità della luce produce un suono mastodontico, un mix letale di chitarroni mortali, brani lunghi e ferocemente spassosi, ballate imponenti e strazianti (una su tutte l’epica My Tower), pianoforti in caduta da palazzi in demolizione, elettronica che va ad ibridarsi con l’elettricità più smargiassa del rock, voci che passano da grida liberatorie a stentorei anthem di tutto cuore fino a coretti degni dei Beatles, hard & heavy agli steroidi che si arrampica sulle montagne e da lì si getta pronto a schiantarsi.

Un altro party fatto di fiotti sangue che zampilla dal naso e lacrime. Anacronismo magnifico. In “due” parole: classic Andrew W.K., signori.

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