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Mono – Pilgrimage Of The Soul

2021 - Pelagic Records / Temporary Residence Ltd.
post rock

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Tracklist

1. Riptide
2. Imperfect Things
3. Heaven In A Wild Flower
4. To See A World
5. Innocence The Auguries
6. Hold Infinity In The Palm Of Your Hand
7. And Eternity In An Hour


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Da sempre i Mono dipingono il suono della solitudine, di relazioni lontane nello spazio e nel tempo i cui contorni perdono d’intensità col passare dei dischi. Mondi distanti eppure così vicini, interiori ma in espansione, come se vivessero in un vuoto tutto loro. Ora che questa solitudine umana è reale, quasi fisica tanto da non poterla davvero toccare anche loro seguono il flusso, tanto da poterli vedere delinearsi sull’orizzonte.

Pilgrimage Of The Soul” è un processo doloroso, un corridoio dalle pareti di specchio in cui passare e guardarsi, nel lungo tragitto che ci divide da una presunta pace, quella che si trova solo in fondo al percorso intrapreso. I Mono continuano ad evolversi, ma, dopo undici album, la loro è una crescita orizzontale, perché se più in alto di così non si poteva andare (ed era già chiaro con “For My Parents”), allora l’unica soluzione è quella di allargarsi quanto più possibile nel territorio già conquistato.

I denti dei mostri affondano nella carne, l’elettricità sgorga dalle ferite e irrompe sulla scena in maniera sempre più imponente, come se non riuscisse più a stare sotto la superficie per risalire a galla di tanto in tanto, è sempre presente, ingombrantemente bella. Ci sono maremoti che sbattono furiosi su scogli di cristallo fino a demolirli (Innocence), furiose raffiche di fulmini che strappano il velo oltre la realtà (Riptide), corde di disperazione antica che si tendono fino allo sfinimento (The Auguries), boccioli delicati che si schiudono al tocco del pianoforte e code di dolore sempiterno (Heaven In A Wild Flower, And Eternity In An Hour), paesaggi fiabeschi strappati dall’epoca in cui potrebbero essere stati scritti per immergersi in questo orrido tempo in cui viviamo per curarlo o, al limite, spazzarlo via (Hold Infinity In The Palm Of Your Hand), il tutto sotto l’egida alchemica di Steve Albini.

Taka, Tamaki, Yoda e Dahm scrivono un altro classico istantaneo, pronto a innestarsi in una narrazione che pare infinita. È l’eterno ritorno dei Mono. Qualcosa che pare non doversi spegnere mai.

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