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The Body & Big|Brave – Leaving None But Small Birds

2021 - Thrill Jockey
post-sludge

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Tracklist

1. Blackest Crow
2. Oh Sinner
3. Hard Times
4. Once I Had A Sweetheart
5. Black Is The Colour
6. Polly Gosford
7. Babes In The Woods


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“Leaving  None But Small Birds” è il risultato del connubio tra The Body e i Big|Brave, una collaborazione che difficilmente avrei immaginato potesse finire su disco me che mi ha certamente impressionato per la complementarietà dei due act e per lo splendido risultato ottenuto. Negli anni i the body ci hanno abituato a collaborazioni sempre incredibilmente azzeccate, giusto per fare due nomi Thou e Full Of Hell, e quest’ultima con i Big|Brave di certo non interrompe la serie. Dal canto loro i Big|Brave non hanno una discografia vasta come i colleghi, ma la qualità della band è indubbia, dovessi citare un disco tra tutti direi sicuramente A Gaze Among Them che, con le sue ipnotiche cantilene che sembrano fluttuare nello spazio cosmico, ha stregato non pochi ascoltatori.

Ciò che più mi ha sorpreso è stata la scelta stilistica adottata per questo “Leaving None But Small Birds”. Non assocerei mai né i The Body né i Big|Brave ad un immaginario country/folk, eppure le due band sono riusciti a rendere freschi e originali anche questi generi, che normalmente mi annoiano non poco. C’è da dire che in realtà ci sono soltanto degli echi del folk tradizionale, sono stati usati i suoni delle chitarre acustiche, i cembali ma la direzione è un’altra. Il folk è stata più un’ispirazione che la linea principale del disco, in alcuni brani troviamo dei riff di chitarra acustica che paiono campionati e messi in loop come nella splendida Oh Sinne, in altri fanno capolino alcune meste distorsioni droniche che si avvinghiano con i suoni country/folk, creando un contrasto da scenario distopico, come nel pezzo di chiusura Babes In The Woods ma anche nella struggente ballad Hard Times.

Oltre le scelte sui suoni va menzionata la prova vocale di Robin Wattie, che completa questo disco in maniera elegante e altamente appagante. La delicata ma allo stesso tempo decisa e perentoria voce della cantante dei Big|Brave, è in grado di evocare quegli scenari alla “The Walking Dead” dove il mondo come lo conosciamo è finito, le città totalmente deserte, profonda incertezza e quella sensazione di essere fuori dal tempo. In alcuni tratti infatti mi è tornato in mente Out Of Time dei R.E.M., proprio nell’anniversario dei dieci anni dal loro scioglimento, quelle atmosfere che sembrano venire da un altro mondo, quei suoni sentiti mille volte ma trasfigurati in modo da sembrare qualcosa di profondamente nuovo, in modo da creare un immaginario così reale che pare di toccarlo.

Immergersi nell’ascolto di “Leaving None But Small Birds” è come essere catapultato in un universo parallelo, anni dopo che il virus che trasforma i morti in zombie si è abbattuto sulla terra. Rimangono pietre, calcinacci e polvere, qualche zombie claudicante in un campo di graminacee incenerite dal sole e la profonda consapevolezza dei sopravvissuti sul fatto che ogni secondo che trascorrono potrebbe essere l’ultimo. In fondo li abbiamo visti davvero quegli scenari distopici che tanto ci piacevano su schermo. Le abbiamo viste davvero le strade completamente vuote e abbiamo visto l’erba crescere nelle piazze più frequentate del pianeta.

Magari questo disco è semplicemente frutto della fantasia degli artisti, o forse non si sono inventati nulla e si sono limitati a descrivere le sensazioni e le esperienze vissute in prima persona, per il momento non ci è dato sapere.

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