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Jinjer – Wallflowers

2021 - Napalm Records
metalcore / djent

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Tracklist

1. Call Me a Symbol
2. Colossus
3. Vortex
4. Disclosure!
5. Copycat
6. Pearls and Swine
7. Sleep of the Righteous
8. Wallflower
9. Dead Hands Feel No Pain
10. As I Boil Ice
11. Mediator


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Ormai una garanzia nel panorama del metal internazionale -più prettamente di quello che viene definito come “djent”, sottogenere il cui nome, grazie a richiami onomatopeici, ricorda i suoni più bassi e gravi della chitarra- i Jinjer non deludono nemmeno con il loro quarto full length “Wallflowers”, prodotto da Napalm Records.

Doppiare il capolavoro di “Macro” si presentava come un arduo compito, ma la band ucraina riesce ad ottenere anche questa volta un risultato eccellente. Gran parte del merito va sicuramente alla front-woman Tatiana, la quale si conferma come una delle migliori voci in attività a livello mondiale, contrassegnata dalla straordinaria capacità di cambiare registro vocale con estrema facilità, lasciando, come sempre, gli ascoltatori abbastanza travolti da tale switch. Il grande lavoro tecnico con i connessi miglioramenti si percepisce nelle melodie, le quali tendono ad essere più progressive, mentre la parte ritmica resta lavorata bene e bella pestata come piace a noi.

“Wallflowers” di certo è un album molto sfaccettato, nel quale si alternano diversi stati d’animo, che passano dalla rabbia alla malinconia, senza mai far perdere il tema centrale della frustrazione della vita reale, nella prospettiva personale della band. Vortex, primo singolo estratto, parla del vortice che possiamo creare e dentro il quale possiamo cadere con i nostri pensieri negativi, fardello a volte talmente difficile da sopportare che ci risucchia dentro.

Oppure in Wallflower, dove viene espressa la sensazione di solitudine che può provare una persona introversa e solitaria, un “wallflower” appunto, qualcuno che cerca di stare in disparte, un outsider che guarda le feste appoggiato al muro, il tutto condito da una melodia psichedelica e con dei meravigliosi cambi di registro. Disclosure! invece, con un ritmo grunge, fa percepire il risentimento verso chi cerca di fare di tutto per metterci in cattiva luce, e poi l’impetuosa e personalmente preferita Pearls and Swine, un ritmo pazzesco, giri di basso incredibili e una voce che ci spettina sempre per bene.

Tutto regolare, quindi, “Wallflowers” si conferma un ottimo album, i Jinger restano sempre fedele a se stessi e sanno essere riconoscibili pur dando prova di evoluzione tecnica in maniera intelligente e al tempo stesso molto raffinata.

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