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James Blake – Friends That Break Your Heart

2021 - UMG Recordings
alternative r'n'b

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Tracklist

1. Famous Last Words
2. Life Is Not The Same
3. Coming Back (feat. SZA)
4. Funeral
5. Frozen (feat. JID & SwaVay)
6. I’m So Blessed You’re Mine
7. Foot Forward
8. Show Me (feat. Monica Martin)
9. Say What You Will
10. Lost Angel Nights
11. Friends That Break Your Heart
12. If I’m Insecure


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Lo confesso: nel corso di questi ultimi tre anni la mia versione preferita di Blake è rimasta quella di “I Keep Calling” opening track del breve “Before” (2020) – dove l’inconfondibile delicatezza della sua voce si è ritrovata a giocare con quei tanto amati ritmi dance che non si vergognavano affatto di strizzare l’occhio al cosiddetto elettropop. È più forte di me, sembra essere diventato il mio metro di paragone fisso. Eppure, la qualità non ha mai rappresentato un problema per la musica del cantante inglese che, spesso, si è dilettato nel mixaggio di vari stili musicali traendone una miscela interessante che negli ultimi anni, però, non è mai stata troppo convincente o, almeno, non del tutto. James Blake, insomma, non è quel classico alunno di cui a scuola si dice “è bravo ma non si impegna”, quanto quello cui si rimprovera – nonostante l’impegno – un eccessivo talento che, per un motivo o per un altro, dal 2016 circa, non riesce più a sbocciare veramente. Quel potenziale straordinario e visibile a tutti che, però, non raggiunge l’apice toccato nei primi lavori. Ma gli elementi sono lì: li vedi, li senti, li ricordi e non ti spieghi come sia possibile che non riescano più a comporre un mosaico quantomeno maestoso, se non perfetto.

Ed è proprio questa la sensazione che mi lascia il nuovo “Friends That Break Your Heart”, progetto che ho naturalmente atteso con una certa impazienza: ero curioso – così come tanti altri – di conoscere il nuovo percorso che il Nostro avrebbe intrapreso e le aspettative devo dire che erano piuttosto alte ma il risultato, ahimè, non raggiunge quelle altezze cui avevo auspicato. Intendiamoci: questo disco è stato scritto più che bene, con l’anima e con il cuore a portata di penna ed è, senza ombra di dubbio, un lavoro sufficiente. Ma, in fondo, quali sono gli elementi che lo rendono memorabile? Appena dopo una intro più che dimenticabile, “Life Is Not The Same”, per esempio, rappresenta esattamente ciò che questo album avrebbe potuto essere e che, purtroppo, non è: un singolo che incuriosisce, emoziona e che nel frattempo coinvolge, soprattutto. Provate ad ascoltare quest’ultima fatica senza testi alla mano, senza lasciarvi “intrappolare” dalle profonde liriche del talento inglese – che, sicuramente, unite alle produzioni, figurano tra gli elementi che meglio svolgono la propria funzione -  e noterete come il prodotto suoni come praticamente anonimo.

Lo stesso Blake ha recentemente dichiarato di “voler fare musica per quel genere di persone che se ne stanno sedute a bordo piscina” e, in un certo senso, vi riesce: riesce, cioè, a risultare tanto anonimo quanto quel caro pubblico a cui decide di rivolgersi, promettendo qua e là qualche risvolto sonoro interessante, destinato, purtroppo, a non concretizzarsi, a non costituire, quindi, una base solida a tal punto da sostenere l’intera composizione. In sintesi, è come se tutto stesse perennemente per esplodere da un momento all’altro senza, però, esplodere mai e quell’incisività di fondo – che qui si fa grande assente – non permette al disco – nonostante la qualità espressa – di sbocciare completamente, rimandando ancora una volta l’appuntamento a data da destinarsi.

Bene i featuring, bene le produzioni – di Coming Back e di I’m So Blessed You’re Mine in particolare – bene Lost Angel Nights la titletrack e Foot Forward ma la famosa voce angelica, che in certi brani sembra quasi uscire dal fondo di una cattedrale incensata ed illuminata, purtroppo, non basta e gli highlights finiscono per contarsitimidamente sulle dita di una mano. Un disco di ballate che dovrebbero esprimere al meglio quello che, in fin dei conti, è il suono dell’inglese, favorendo la più che totale immersione in quel suo oceano di emozioni e sentimenti, dominato da un’atmosfera malinconica, quasi supplicante, in piena linea, quindi, con la sua personalità artistica e non.

Un disco che, però, ahimè, finisce solo per lasciarci con l’amaro in bocca e col sospetto che questa volta a spezzarci il cuore sia stato proprio il caro ed insospettabile James.

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