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Coldplay – Music Of The Spheres

2021 - Parlophone
pop

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Tracklist

1. Music Of The Spheres
2. Higher Power (feat. Federico Vindver, Denise Carite)
3. Humankind
4. Alien Choir
5. Let Somebody Go (feat. Selena Gomez)
6. Human Heart (feat. We Are King and Jacob Collier)
7. People Of The Pride
8. Biutyful
9. Music Of The Spheres II
10. My Universe (feat. BTS)
11. Infinity Sign
12. Coloratura


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Music Of The Spheres” è una delusione bella e buona. Il nono album dei Coldplay non colpisce e non stupisce. Sia chiaro, nessuno si aspettava un disco degno del passato della band (e ai tempi ci si lamentava di “Ghost Stories”), ma l’ultimo lavoro della formazione britannica non è, almeno a mio parere, minimamente all’altezza di quelli precedenti.

Prima considerazione: il titolo “Music Of The Spheres” evoca letteralmente un universo, fatto di corpi celesti e sonorità interstellari; anche la copertina è un suggerimento in tal senso. Bene, non c’è nulla di tutto questo. Qualcuno al contrario potrà ritenere tale aspettativa un semplice pregiudizio, vero, ma ascoltando il disco non si avverte alcun colpo di scena, nessuna sorpresa per l’ascoltatore. Forse l’unico rimando alle atmosfere spaziali si ha nella prima traccia, Music Of The Spheres appunto, che dura pochi secondi, prima di lanciare il singolo che ha accompagnato per tutta l’estate la pubblicità di un’automobile elettrica, Higher Power. Quest’ultima funziona, o meglio, fa il suo compitino: rullante, basso, Chris Martin e ce la portiamo a casa. Segue Humankind, altro presunto singolo che sorride, senza però esserne troppo convinto, alle sonorità storiche della band fatte di chitarre pop e centinaia di cori, ma ancora nulla di che.

C’è un’altra specie di intramezzo, che in qualche modo tenta di ricordare l’universo che ci circonda, Alien Choir: 53 secondi. Abbiamo poi Let Somebody Go, la ballad con featuring di Selena Gomez, pulita e ordinata senza ovviamente essere eclatante. Andando avanti con l’ascolto spuntano dei brani abbastanza differenti fra loro, e non è chiaro se fosse questo l’intento originale dei musicisti londinesi o semplicemente convenisse proseguire con un “risotto” di tutto. Human Heart è un esperimento a cappella, mentre People Of The Pride è un pezzo rock, nemmeno così malvagio, ma totalmente fuori contesto. Ci sono poi altre tracce un po’ sperimentali, come Biutyful e Music Of The Spheres II, che però lasciano il tempo che trovano, senza incidere in modo particolare.

Capitolo a parte per My Universe, in collaborazione con i BTS: a mio avviso è stata una pugnalata ai timpani. Il brano parte deciso e tutto sommato in maniera dignitosa; poi entra la boyband coreana e apriti cielo: vieni catapultato immediatamente in un all you can eat di medio-bassa qualità, mi si conceda la metafora! Ci sono versi in inglese, versi in coreano, uno special mediocremente rappato: sembra quasi una provocazione. Ma la sofferenza non si placa con la traccia successiva, Infinity Sign, nella quale si mischiano arpeggiatori e sampling di cori da stadio: boh. A chiuder l’album è Coloratura, coda di una decina di minuti che tutto sommato si fa rispettare, ma che non può pretendere di reggere un disco da sola.

Insomma, “Music Of The Spheres” assume tinte drammatiche, quasi tragiche. Il fatto che la band inglese abbia deciso di proseguire una politica musicale strettamente pop negli ultimi anni, non la giustifica dal fare dischi, e possiamo dirlo, brutti come questo.

Coldplay, se ci siete battete un colpo!

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