1. In Virus Times – pt. 1
2. In Virus Times – pt. 2
3. In Virus Times – pt. 3
4. In Virus Times – pt. 4
“In Virus Times”, come già suggerisce il titolo, parla di un’epoca che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo. Ognuno a modo suo, ognuno lavorando, ognuno soffrendo e ognuno coltivando ugualmente i propri interessi. Sicuramente, ognuno di noi è uscito diverso, da quest’epoca. O perlomeno, sta cambiando.
Il nuovo lavoro del chitarrista storico dei Sonic Youth, Lee Ranaldo, può essere quindi considerato un concept album, registrato nella sua interezza all’interno della sua abitazione newyorchese durante l’ultimo lockdown. Atmosfere cupe, folk, radicalmente minimali, nelle quali gli strumenti arrivano poco per volta, creando attesa ma, al contempo, rassegnazione. Una rassegnazione che deriva dalla presa di coscienza di far parte di un unico mondo, lo stesso dove la gente ricomincia a muoversi, lo stesso per tutti. Per chi sta in casa, o una casa non ce l’ha. Per chi ha perso il lavoro o per chi, invece, l’ha trovato. Per chi continua a soffrire e persino per chi ci è morto.
“Between The Times And The Tides” è stato il primo suo lavoro post Sonic Youth, e grazie all’evoluzione avvenuta da solista, avvenuta soprattutto negli ultimi cinque anni, possiamo realmente capire questo “In Virus Times”, più che mai aggrappato alla quotidianità personale di Lee Ranaldo, che comunque, durante questo corrivo duemilaeventuno, aveva già fatto uscire “Churning Of The Ocean”, album scritto assieme a Jim Jarmusch, Pándi e Marc Urselli. Guardare alla produzione di “In Virus Times” come una necessità, quindi, è un atto più che mai scontato.
L’EP diviso in quattro parti, quattro capitoli, quattro atti di una riflessione musicale tutta casalinga e tutta newyorchese. Tra di loro vi è una seria continuità sonora e passano via veloci, alternando tra loro melodie soffuse e minimali. Sperimentazione, sì, ma non momenti di pura forzatura musicale. Il tutto risulta uniforme e basta di per sé a sopravvivere, e a farci sopravvivere con esso.
Il disco esce per Mute Records, etichetta ormai punto di riferimento nella scena della Grande Mela che ha di recente lavorato con Swans e Liars.