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Quiet Pig – This Is A Paragraph

2021 - Santa Valvola
noise punk

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Tracklist

1. Lopez
2. U.Z. Of Bekistan
3. Be?ikta?
4. This Is The Moment (Blue)
5. Q,P.
6. Wisconsin
7. Cock Rock City
8. +1
9. Van-2-3
10. She’s In Loath
11. Monkey Aka Summer’s Over But I’m Not Over It AKA Monkeys
12. Say Good-Bye
13. Thanks For The Flowers


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Prato e il rumorismo incamerato nel noise punk orgogliosamente fuori tempo. 

I Quiet Pig non fanno riferimento al motto irlandese dei maiali tranquilli che mangiano il pasto (“It’s the quiet pigs that eat the meal”), ma si dicono comunque contenti di questa felice coincidenza. “This Is A Paragraph” è il nuovo album della punk band toscana prodotto dalla label Santa Valvola. Interamente gratuito e disponibile su Spotify, celebra la felicità confusionaria del punk, ovvero di quella popular music atonale dai rumori bianchi, intensa di atonalità sparse e rumorismo aggressivo. “All’inizio stavamo pensando di chiamare la band ‘Pübes’. Poi abbiamo cambiato idea e crediamo di aver fatto la scelta giusta”.

I Quiet Pig si sono formati nel 2007, e sciolti già nel 2009; ricostituiti poi nel 2012, con un primo EP uscito nel 2014. Il progetto iniziale aveva Robert Bardi al basso e Fabio Lombardi con un Farfisa Matador. Alla batteria Alessandro Gambassi (Topsy the Great, Solki), mentre oggi al suo posto c’è Leonardo Venturini (ex-GF93 e Coda)

U.Z. Of Bekistan, disgregazione minimalista di un territorio scisso nei confini e nelle idee. Microstutture simili a una gaming soundtrack collimano con il canto graffiato di una traccia vorticosa. Incalzante è il ritmo della batteria fissa sui propri piani di note. Beşiktaş feedback e dissonanza tonale sono perfettamente incastrati in un canto dai “lamenti” in climax. Cock Rock City contaminazione di suoni elettronici. Il pezzo naive è invaso da graffianti e gutturali parole cantate. Qui si fa il verso ad un sound psych rock, psichedelico e frammentario. In Van-2-3 raffiche di puntinismi ritmati confermano l’unicità stilistica della band. She’s In Loath è immersa in riff chitarristici mentre gli altri strumenti sembrano essere percossi, non suonati. 

Una cover rosseggiante, timbrata di colori fluo e sgargianti con un effetto di tonalità risaltanti e vivaci, Stimolanti alla vista. Il punk 1970 dei Quiet Pig ci rigetta in un sabato sera analogico, noise e spensierato. Cazzeggiare è il verbum dogmatico di un paio di ore in cui l’assenza di pensiero è padrona del tempo che scorre senza chiederci il permesso. 

Aranciata, qualche birra e una manciata di pop corn profumano l’aria di un’atmosfera punk fracasso, che mima il garage e il punk riot. D’altronde, come dice anche il titolo dell’album, questo è solo un paragrafo, una pagina esistenziale caduca che presto finirà. Che importa se ci presentiamo eccessivamente leggeri nell’affrontarla? 

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