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Hidden Tracks

Hidden Tracks #13: Earthset, Girls In Synthesis, wizard tree, Devour Every Star, Rejekts, Abraham Fogg, Confini

Hidden Tracks 12

Quanti brani ogni giorno, ogni settimana, ogni mese vengono pubblicati, ascoltati distrattamente e poi finiscono sepolti sotto un mare di altre uscite, a sgomitare per emergere e troppe volte divorati da pesci più grossi e più importanti? Questa è una delle tante domande esistenziali che ci poniamo ogni giorno in redazione, e a cui dopo alcuni tentennamenti e tentativi falliti abbiamo cercato di formulare una risposta.

Hidden Tracks vi accompagnerà periodicamente con i nostri brevi consigli riguardanti alcuni brani pubblicati in queste settimane e che riteniamo interessanti. Progetti da tenere d’occhio, di cui forse sentirete parlare nei prossimi tempi, provenienti in tutti i casi da quell’universo sommerso che più ci sta a cuore e che pensiamo sia giusto e stimolante seguire dal principio. In poche parole, la musica di cui non tutti parlano.

Earthset – Pills

(c) Elide Blind

Il rumore viene da Bologna. Gli Earthset hanno in caldo un nuovo album, il terzo (a marzo 2022 per Dischi Bervisti), ma intanto preparano il terreno e lo fanno radendo al suolo l’anima con il nuovo singolo Pills. Definirli solo alt-rock sarebbe troppo poco, ci sono molte più cose a dibattersi appena sotto la superficie, tanto noise, accordi e arpeggi aspri, un cantato imbevuto d’amarezza, ritmiche che spezzano. Bonus? Un video che si sposa alla perfezione col grigiore della musica.

Girls In Synthesis – Pulling Teeth

(c) Bea Dewhurst

Si parla tanto di seconda ondata di revival post-punk e spesso lo si fa a sproposito, ma quando quelle sonorità si accostano ai Girls In Synthesis è centro pieno. Pulling Teeth è una colata di cemento nelle orecchie, dieci minuti di chitarre e bassi che grattano e feriscono, voce sgraziata che nasconde la ferocia tenendo il baricentro basso, insomma, un vero pugno nello stomaco. I londinesi stanno giusto preparando il seguito al loro “Now Here’s An Echo From Your Future” e a questo punto non vediamo l’ora di gustarcelo per guastarci tutte le giornate di sole da qui all’eternità.

wizard tree – The Lake

Leggo “meet the mysterious Joshua Tree duo” e subito mi esalto. Ho un problema con le maschere, ma uno ancor più grande con lo stoner e gli strumenti costruiti in casa. In questo caso “il misterioso duo” wizard tree si fa da sé il “wizard stick”, un basso che invia segnali multipli ad una serie di amplificatori per creare un suono morbido e bruciante. The Lake ha un potere pop che si fa subito hard e la calura del deserto si abbatte sul brano rendendoci un disegno soul elettrico da spavento.

Devour Every Star – Bewildered, I Embrace The Machine

Cameron Davis arriva da Madison, Wisconsin, e di sé, anzi, del suo alter ego Devour Every Star, dice di prodursi in quello che definisce “blackened trip hop”. È vero? Diamine se lo è! Bewildered, I Embrace The Machine unisce sotto il suo nero ombrello micidiali ritmi sotterranei a chitarre enormi e magmatiche che si stagliano sullo sfondo, in un giorno di pioggia acida. A dicembre uscirà il suo nuovo album “Antiquity” e se vi piacciono gli Ulver “prima e dopo”, beh, fa per voi.

Rejekts – Il Quinto Sole

Sound graffiante e claustrofobico come nella migliore delle tradizioni quello dei Rejekts, band blackened grindcore che è pronta al debutto con “Adamo“, in uscita il 3 dicembre su Slaughterhouse Records. Più black che grind questo secondo estratto intitolato Il quinto sole, che fa capolino in una tracklist dal sapore poetico, visionario e impegnato. La stessa band si definisce dispensatrice di invettive a velocità vertiginosa, e va bene così. Se vi piacciono i Full Of Hell o i nostrani The Secret ed O, qui troverete del buon pane per i vostri denti.

Abraham Fogg – Money

Piccola eccezione per gli Abraham Fogg, il cui singolo Money è uscito in realtà a fine ottobre, in occasione della notte di Halloween. Quello del duo transalpino formato da Grégoire Vaillant e Charles-Edouard Dangelser è a tutti gli effetti musica orrorifica, un’elettronica scura e invadente che sembra voler raccontare la paura in tutte le sue forme, sulla scia del maestro della questione, ovvero, ovvio, John Carpenter. Ad accompagnare il brano, che è il primo estratto dall’album di debutto “Blåkulla” non poteva mancare un videoclip spaventoso.

Confini – Anima Cruda

Foto: Alessandra Lanza

Progetto molto interessante quello dei Confini, ovvero Leonardo Falasco e Daniele Capuzzi. La loro elettronica pulsante si sposa con un’attitudine industrial e chitarre dark, il tutto a fare da contralto ad una voce scura e inquietante. Anima cruda, primo estratto dell’Ep di debutto “Chi salverà Hermes?“, in uscita a gennaio su Costello’s, riporta alla mente i Subsonica e in generale quell’electro-rock che da queste parti sarebbe bello rispolverare.

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