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Kazemijazi – Music For Blind People

2021 - Autoproduzione
shoegaze / psych / elettronica

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Tracklist

1. Therapy
2. Point In The World
3. I See Now
4.  Believe In Media
5. Electron Skeleton
6. John Deacon
7. Dissociation
8. The Ascending
9. If I Could Only Hug You


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Cantautore italo-iraniano, polistrumentista, produttore discografico (anche di sé stesso), dopo un passato dalle parti di Modena – ha collaborato anche con i Verdena – e ormai da qualche anno di stanza a Londra, Omid Jazi torna a pubblicare e lo fa per la prima volta con lo pseudonimo Kazemijazi. Dopo l’esplorazione di svariati sentieri elettronici in “Tooting Bec”, datato 2015, il secondo lavoro in terra britannica si intitola “Music For Blind People”.

La scrittura e successiva produzione del disco sono partite nel 2019, articolando il lavoro tra casa e gli Hackney Road Studios. Trovandosi di fronte a un flusso musicale lungo e davvero poco dispersivo, Omid ha pensato bene di non buttare via niente, dando vita a un album doppio. Quella che ascoltiamo è solo la prima parte, la seconda metà vedrà la luce nei prossimi mesi.

Una prima parte divisa in nove tracce decisamente godibili. Il disco è compatto e centrato, specchio fedele delle influenze dichiarate da Omid nella sua biografia. L’impatto iniziale di Therapy rimanda subito allo shoegaze, laddove sul blocco sonoro si adagia il cantato splendidamente alienato. 

Con Point In The World si torna invece agli albori dell’uso del synth, sospesi sulla coesistenza e rivalità tra il pop e il new romantic. Sulla stessa scia si muove I See Now, e se tre indizi fanno una prova, il lascito kraftwerkiano è ormai realtà. La carambola kraut si chiude con Believe In Media, laddove le ambientazioni germaniche richiamano immancabilmente – e meravigliosamente – il sound dei Devo.

Electron Skeleton balza avanti di dieci anni, inserendo una generosa dose di mescalina nelle tastiere dei Depeche Mode e aprendo la pista – quella da ballo – a John Deacon: il pezzo dedicato al bassista dei Queen sembra il preludio perfetto alla sigla di Discoring. Ormai il cambio di registro è nell’aria, e avviene puntualmente con la languida e ipnotica Dissociation, un bel lentone sempre in scia alle sonorità eighties.

È un punto di passaggio, una porticina che conduce dritti a The Ascending, dove il sound tipicamente brit declina in un songwriting quasi del tutto depurato della componente elettronica, a tutto vantaggio di un maestoso pianoforte. La chiusura di questa prima parte è affidata a If I Could Only Hug You, un giro di orologio all’incontrario che ci riporta dritti allo shoegaze delle prime note.

“Music For Blind People” – almeno in questo primo stralcio – è un prodotto sicuramente non nuovissimo e che non punta certo sull’originalità, ma nel quale Omid viene fuori con tutto se stesso. Nelle sue stratificazioni sonore, sperimentate migliaia di volte, trova la sua forza naturale, conferendo all’ascoltatore una sensazione di ancestrale tranquillità. E alla fine lascia anche parecchia curiosità su come potrà essere il seguito.    

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