1. Grind Rehab
2. Pulis In Hell
3. La Crime Napulitane
4. I Don't Need Sobriety
5. Extreme Noise Terron
6. No Woman No Grind
7. Impaled Macarena
8. Scum Peea
9. Diamond And Crust
10. Torso
11. 6ore 6ore 6irls
12. Cannibal Cuozz
13. Delicate Sound Of Grinder
14. Delitto a Porta Capuana
15. Breaking The Law (On My Back)
16. The Cop Is Rotten
Non si può dire che quello dei Napoli Violenta – il cui nome è un tributo all’omonimo film di Umberto Lenzi del 1976, secondo capitolo della Trilogia del commissario, se non lo conoscete rimediate, prego – sia un progetto che fa dell’originalità la propria bandiera, d’altronde quella di unire grindcore e derivati all’estetica poliziottesca è una strada già battuta. Non credo d’altronde che l’intento di O’ Smilz, O’ Tritaoss, O’ Russ e O’ Nimal sia quello di rivoluzionare il mondo della musica, e non ci sarebbe nemmeno un motivo per chiederglielo..
“Neapolitan Power Violence” è semplicemente un potentissimo e affabilissimo divertissement che passa in rassegna almeno un paio di decenni di musica estrema, pescando a piene mani dal grind più classico dei guru Napalm Death (il logo della band in copertino, delizioso esempio di pezzotto art, è lampante in tal senso), ma anche dall’heavy metal, dal punk, dall’hardcore, dal crust e via dicendo. Tra citazionismo e revivalismo più o meno palese, a spiccare è l’efficacia della proposta del quartetto, che dimostra di conoscere perfettamente la materia in questione e, nonostante (o grazie a) l’estremo goliardismo che permea ogni traccia, a partire dal loro titolo, regala schiaffi tirati e serratissimi, risultato anche di una produzione di tutto rispetto, sporca e graffiata come si confà a musica che vuole e deve suonare come un’autobomba.
“Viva l’ignoranza“, sbraitano nei 52 secondi netti di Cannibal Cuozz, e non potremmo essere più d’accordo, così come con la scelta di piazzare in chiusura di disco un mashup micidiale di Breaking The Law dei Judas Priest e Police On My Back dei Clash e nel mezzo una rivisitazione insensata ma doverosa de La Macarena, intitolandola ovviamente Impaled Macarena. Ma sono tanti gli esempi da ricordare in un disco caciarone e sbracato come solo Napoli sa essere e che, a conti fatti e pur con il sorriso, è il miglior disco di musica estrema uscito nel 2021 in questa Italia che non sa più far male.