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Interviste

Una luce visibile oltre l’oscurità totale: intervista a Omid Jazi

Cantautore italo-iraniano di stanza a Londra, Omid Jazi torna a pubblicare in autoproduzione e lo fa per la prima volta con lo pseudonimo Kazemijazi: Music For Blind People” (qui la nostra recensione) ci ha incuriositi, così abbiamo pensato di saperne di più direttamente dall’autore.

Ciao Omid e grazie per la disponibilità. In un’intervista hai dichiarato di non aver conosciuto la stabilità a causa di una situazione familiare non proprio felice. A che punto è la creazione del tuo mondo?

Ciao e grazie a te per questa opportunità. Diciamo che l’età aiuta molto in questo senso, ho 38 anni, ora accetto le cose del passato che non posso cambiare, mi ritrovo ancora più determinato e tranquillo, cerco di non perdere tempo con cose poco rilevanti, ma conservo ancora il mio spirito irrequieto e ho una nausea facile, le ritengo mie qualità, mi spingono oltre e mi fanno essere attento. Nel passato ho acquisito resilienza e ho vissuto diversi momenti di sofferenza.

Nei tuoi precedenti lavori il motore creativo è stato l’ignoto, da cosa nasce invece “Music For Blind People”?

Nasce da una luce che si può vedere anche senza occhi, dall’esperienza della singolarità quantistica, è il ricordo nitido del punto preciso con densità indescrivibile da cui tutto deriva, una comunione universale che va al di là dello spazio-tempo e la vita stessa. Ma questa si può definire “estetica”, in sintesi cerco di capire la differenza tra consapevolezza e coscienza.

Dall’autoproduzione alla pubblicazione di un disco tramite una casa editrice, ora di nuovo autoproduzione: meglio da soli quindi?

Ho mandato i miei lavori a parecchie case discografiche italiane, come accade spesso la maggior parte di loro non hanno neanche risposto, i pochi che lo hanno fatto li conosco di persona, dicendomi che non c’è pubblico per quello che faccio io in Italia, o sei trap o sei indie. Quindi continuo ad essere la solita pecora nera. Ironico dire che ho militato nell’indie prima che diventasse mainstream, e ora vedo in classifica alcune delle stesse cose 15 anni dopo che le avevo proposte io. Da un certo punto di vista mi sento lusingato per il fatto che alcuni gruppi e artisti prendano spunto sia dai miei testi che dai miei suoni e concepts dopo che esce un mio lavoro. Non è che mi importi particolarmente se non vendo dischi, e se non sono simpatico agli addetti al settore in Italia lo prendo come un complimento, non so se mi spiego. Faccio la musica che mi piace, mi serve farla, il resto viene dopo. Io vado avanti nonostante tutto, non mi fermano queste cose. Questo non vuole dire che tutto il resto sia merda. Anzi, c’è un sacco di roba bella in giro, cerco di tenermi aperto a moltissimi generi perché mi interessa essere costantemente influenzato da cose nuove e cambiare nel tempo. Infatti sono passato dal post-rock all’elettronica, dalla classica a molti altri generi. 

Più in generale, nemmeno stavolta hai preso in considerazione l’idea di far produrre il disco da un’etichetta, major o indipendente che sia?

Per me si può anche fare, principalmente perché la mole di lavoro è notevole. Lo prenderò in considerazione quando vedrò i segnali giusti, e trovo questa prospettiva davvero eccitante. Ma per ora basta vedere l’andazzo per capire, ad esempio la gente che ti recensisce il disco in anonimato senza sapere quello che dice. La stampa parla più del mio cambio nome invece di dire ad esempio che una canzone del mio nuovo album “Music For Blind People” sia composta da tre lingue. Infatti il brano The Ascending pubblicato già come demo nel 2018 è scritto in Italiano, Inglese e Persiano, quest’ultimo una delle mie lingue madri. Mi chiedo perché non se ne parli. Oppure perché non si parli degli argomenti del disco che sono rappresentati anche dalla copertina e dal titolo. Ad esempio il brano Point In The World, dove si parla di questo punto preciso, dove essere e non essere si incontrano al di là del tempo, al di là di questa singolarità quantistica ho immaginato un altro Big Bang o un altro Sole, vedi il fronte e retro copertina per capire cosa intendo. Sono molto affascinato dalle teorie cosmologiche, mi hanno influenzato soprattutto quelle del premio Nobel Sir Roger Penrose. Non sono un fisico quantistico o un matematico nel senso stretto, ma questi sono linguaggi in cui mi perdo e ritrovo continuamente, come se tutto suonasse familiare. Si pensa che in tempi immensamente lunghi l’intero universo venga risucchiato dai buchi neri e riemesso tramite la Radiazione di Hawking, tutto ciò che rimane sono fotoni senza massa che non esperiscono il tempo, l’ultima particella di materia viene disgregata e l’infinito cosmo coincide con un unico punto, la singolarità quantistica, quindi assistiamo alla nascita di un nuovo universo tramite Big Bang. Capisco che l’etichetta non sappia da dove iniziare con me, ma non è un problema, più che altro mi fa sorridere l’atteggiamento conservatore in questo caso, la paura di non voler rischiare con cose che suonano diverse o uniche. Purtroppo ci rimettono gli ascoltatori. Io sono dalla loro parte.

Disco doppio, prodotto e registrato in molto tempo, sonorità diverse: mi viene da pensare che “Music For Blind People” rappresenti discontinuità rispetto a Tooting Bec, se non addirittura l’antitesi per certi versi.

I miei ultimi lavori di quest’anno sono due dischi ben distinti ognuno con un proprio mood, il primo immerso nella mistica e nel dionisiaco. Per quanto riguarda “Tooting Bec”, lo spettatore assiste alla messa in scena ed osserva il protagonista nel pieno della sua folgorazione, descrive lo stato di “stupor”. Invece con l’ultimo ho preso una netta posizione, l’ho chiamato infatti “Music For Blind People” perché tratta della visione tramite un occhio interno, è l ’esperire profondità extra sensoriali, oppure tramite quel senso che pare abbiano solo gli esseri umani, che io definisco come “consapevolezza”. Tra i vari spunti sono stato affascinato anche dalla figura mitologica di Tiresia e poi dalle domande sorte dal punto di vista di un’intelligenza artificiale, ho utilizzato questa estetica per convogliare il mio messaggio molto preciso. Mi rendo conto ci voglia coraggio ad ascoltarlo a braccia aperte senza esplodere. 

Passaggio obbligato su Sanremo. Dal festival 2021 definito “indie” al prossimo decisamente all inclusive: il Festival di quest’epoca rappresenta in modo almeno accettabile la scena musicale italiana o resta il solito carrozzone promozionale?

Mi farebbe piacere poter rispondere alla tua domanda, ma non posso parlare di qualcosa di cui non so molto attualmente, abitando a Londra negli ultimi 8 anni purtroppo non sono riuscito a seguirlo a dovere. Ma rimango aperto a tutto ciò che è vero, commerciale o meno per me non fa molta differenza, infatti prima o poi vorrei partecipare, secondo me sarebbe davvero figo.

Parlando della tua attività di produttore, segnalaci qualche artista della tua scuderia meritevole di ascolto.

Rimanendo in ambito Sanremo sono molto felice di aver prodotto il brano Ruggine per Eleonora Stolfi, che ha infatti vinto il premio Sanremo Senior 2021, è stata davvero una grande emozione vederla esibirsi lì e vincere.

Cosa ci aspetta nel secondo capitolo di “Music For Blind People”, ma soprattutto quando esce?

Vi posso solo dire che spacca, per adesso ascoltatevi “Music For Blind People”.

Rimettersi in moto durante la pandemia è stato diverso da paese a paese. Come siete messi in Inghilterra con i concerti? Hai in programma live?

Ho ricevuto la mia cittadinanza Inglese finalmente, quindi ne avrò tre in tutto, non so cosa mi aspetta nel futuro ma da quando ho rilasciato “Music For Blind People” ho suonato a Londra con regolarità, e continuerò se la situazione lo permetterà. Proprio in questi giorni sono state reintrodotte alcune restrizioni, il cosiddetto “Plan B”. Non è una chiusura, ma una sensibilizzazione generalizzata, tipo indossare mascherine in luoghi pubblici. Per il resto è tutto abbastanza stazionario per adesso, ci sono vari dibattiti in House of Commons se introdurre il green pass o meno, quello che viene deciso in Italia poi viene applicato anche qui con un leggero ritardo, ma in maniera più blanda a mio parere.

Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo

Grazie a te e crepi il lupo.

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