Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Naresh Ran – Gli Alberi Non Vogliono

2021 - Dio Drone / Sound Against Humanity
noise / field recordings

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Quarta Zona
2. Stalker
3. La Via Di Shimokage
4. Il Vampiro


Web

Sito Ufficiale
Facebook

A volte per capire un disco è necessario capire l’artista. Nel caso di “Gli Alberi Non Vogliono” credo non si possa prescindere dal percorso che ha portato l’autore a cimentarsi nello stile compositivo di questo disco. Parliamo di Narèsh Ran, affettuoso padre della label Dio Drone, affiliato a brutti ceffi come gli Hate&Merda e autodichiarato noise lover.

Per capire meglio a cosa ci troviamo davanti è bene ricordare che la composizione non è una cosa che gli artisti controllano in tutti i suoi aspetti. Mi spiego: dal momento in cui non è possibile decidere le emozioni che si provano o lo stato mentale in cui si è, in qualche modo un musicista è sempre obbligato a passare attraverso questi ultimi per creare la sua musica. In linea con il suo vissuto di questo ultimo anno, che poi è anche il vissuto di tutti noi, Narèsh ha deciso che era il caso di esporsi di meno e ad ascoltare di più. Seppure ascoltare sembra quasi un controsenso per un musicista che pubblica un disco, è in realtà un’idea condivisibile e sicuramente apprezzata, segno di una crescita sempre in divenire e di una intensa curiosità artistica, requisito fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi opera.

Mentre “Re Dei Re Minore” è stato quasi un dialogo interno dell’autore, un’esplorazione della propria anima più profonda, Gli Alberi Non Vogliono proietta invece tutto al di fuori, in davvero molti sensi.
Il primo fra tutti è che si tratta di field recordings, di fatto non sono suoni generati dall’autore ma vengono dall’esterno. In secondo luogo, non c’è una vera e propria composizione o struttura musicale, sembra più una live session molto spontanea e genuina, quasi inalterata poi nella sua pubblicazione, anzi sarebbe meglio dire quasi incontaminata. La natura è un altro elemento esterno fondamentale di quest’opera, molti dei suoni che sentiamo arrivano dalle foreste che Narèsh ha deciso di esplorare e di convertire in musica allo stesso tempo. Quindi di nuovo torniamo sul tema del luogo, tema carissimo all’autore, per dirla con parole sue è proprio il concetto di “on the road”.

Tutti questi elementi segnano quasi un’inversione di marcia dal precedente disco a livello concettuale, se prima l’obiettivo era esplorare sé stessi mentre si è in viaggio, questa volta siamo pur sempre in viaggio ma per ascoltare, ad interpretazione mia credo anche per soffermarsi, contemplare e rendersi conto di quello che ci circonda. Gli Alberi Non Vogliono è un disco aulico, immateriale, e a tratti ha un singolare retrogusto sacrale ma non per questo meno intenso o pregno di significato.

Gli ambienti ora fitti di frequenze, ora radi e allargati, mi fanno calare nella tunica sgualcita di un antico stregone che vaga nei boschi con il suo bastone di legno nodoso e la barba lunga e grigia, protettore di conoscenze perdute e irrecuperabili, custode dei più potenti e terribili incantesimi, pellegrino errante fino alla fine dei tempi senza nessuna meta se non il pellegrinare stesso.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni