Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Hifiklub + Duke Garwood & Jean-Michael Bossini – Last Party on Earth

2021 - Subsound Records
experimental / jazz / noise

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Lake of Trees
2. Eye of the Road
3. Bitter Beautiful
4. Ancestors in Stone
5. Calling the Toad
6. Deep as the Sun
7. Bubba Linguist
8. Smile Like a Reptile
9. Last Party On Earth
10. Dunes of Worthless Gold
11. Easy Up Slow Down
12. Lake of Stars


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Il collettivo sperimentale francese Hifiklub, dal lontano 2007, anno della sua nascita, ci ha sempre deliziato con collaborazioni incredibili, che toccano nel profondo dell’anima. Le molteplici esperienze artistiche e l’attitudine visionaria dell’ensemble portano a questo nuovo esperimento suggestivo.

Nel nuovo lavoro “Last Party on Earth”, prodotto per l’etichetta italiana Subsound Records, con base a Rom, il trio arricchisce il suo bagaglio tecnico e aumenta di gran lunga il proprio percorso discografico. In questa occasione, il nucleo si impreziosisce con il compositore Jean-Michael Bossini, il cantante inglese Duke Garwood e appunto la mini orchestra sinfonica degli Hifiklub. La produzione precisa e attenta prende vita in uno specchio di sonorità che spaziano dal pop al jazz, fino ad arrivare a tematiche strumentali complesse, che regalano rimandi di musica tradizionale.

L’apertura di Lake Of Trees ci trascina in un’atmosfera oscura e meticolosa, in cui il silenzio misterioso narra qualcosa di delicato e personale, per poi iniziare la sua ruvida cavalcata con una distorsione acida che avvolge la linea vocale e le percussioni sospese nel vuoto. Segue la graffiante Eye Of The Road, dal tiro energico e corposo, che porta a richiami maturi in stile Mark Lanegan, è una classica traccia che preannuncia un segreto nascosto e si fa strada verso le note irregolari e rumorose di Bitter Beautiful. Un brano che a tratti trasmette un senso di disorientamento dalla realtà. Ancestors in Stone. è invece una composizione magnetica, che cattura l’ascoltatore, trascinandolo in un vortice di violini dissonanti e di basso ipnotico che riscalda il cuore.

Gli animi si rilassano con il tocco emozionante di Calling The Toad, lasciando una profondità intensa alla struttura, che a piccoli passi aziona un riff furioso e grottesco in cui la voce crea il suo giusto habitat. Deep As The Sun e Bubba Linguist si cullano dolcemente dentro ritmiche stravolte dai rumori di fondo e da una forte sensazione di abbandono. Con gli archi teatrali di Smile Like A Reptile veniamo invece proiettati verso un luogo senza luce, circondati da un passaggio mistico e profondo. La title track regge il suo tempo su di una chitarra blues e le parole sussurrate di Duke, che chiudono il cerchio all’interno di un’orchestra celestiale. L’atto conclusivo poi si unisce a un trittico di brani che si innalza con la strumentale Dunes Of Worthless Gold per poi passare alla monotona, ma eccellente Easy Up Slow Down, dove nella parte finale fa capolino un testo interessante. L’opera si chiude con Lake Of Stars, una sorta di traguardo finale verso un mondo addormentato, che porta all’odio impulsivo impersonato dal noise disarmante che conclude la traccia e il disco in modo perfetto.

Circondati dall’oscurità gli Hifiklub trasportano nel proprio cammino freddo e tormentato una dimensione cinematografica, frutto di un’insieme di sonorità geniali e intime.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni