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Interviste

La mia danza della pioggia: intervista a Murubutu

(c) Niccolò degli Incerti Tocci

Esce oggi “Storie di Amore con Pioggia e Altri Racconti di Rovesci e Temporali” (qui la nostra recensione), nuovo album di Murubutu, un disco che ci riconsegna il rapper e cantautore reggiano, al secolo Alessio Mariani, in una veste forse più immediata e accessibile rispetto al passato, ma non per questo meno profonda e intensa. Tra le note e le rime di “Storie di Amore con Pioggia e Altri Racconti di Rovesci e Temporali” si celano infatti una miriade di gocce all’interno delle quali possiamo trovare pezzi infiniti del mondo, immagini, storie, racconti e personaggi, conosciuti e non. Lo abbiamo incontrato.

Ciao Alessio, che piacere sentirti. Come stai?

Ciao! Piacere mio! Molto bene grazie, spero anche tu stia bene.

Benone! Io partirei chiedendoti: Com’è stato l’anno passato musicalmente? Nonostante le varie restrizioni per quanto riguarda i live, rimettersi in moto è stato faticoso o c’è sempre stato qualcosa che ti ha ispirato?

Ma guarda, un po’ così se devo essere sincero. Considera che io la prima parte l’ho fatta in anno sabbatico, però ho avuto un po’ di tempo per riflettere e dedicarmi sulla musica. Infatti come puoi ben vedere, dopodomani esce “Storie di amore con pioggia“. Oltre a questo escono anche tanti altri bei dischi, quindi questo fa ben sperare, la musica non è morta. Poi c’è anche altro, sono ritornato a scuola, ed è stato bello! Avevo proprio voglia di tornare dai miei studenti. Dal punto di vista musicale invece, ci sono stati molti stimoli, dalle letture, dalle prove con la band e tante cose tutte insieme, un bel miraggio. Ho fatto anche tantissimi Talk! E ho avuto il piacere di partecipare a tantissime manifestazioni culturali.

Dopodomani infatti esce il tuo nuovo album “Storie di amore con pioggia”. Questa volta porti nel tuo mondo questo fenomeno atmosferico comune. Com’è stato lavorare a questo nuovo concept?

Volevo fare un album un po’ diverso dal solito, uscire dalla mia comfort zone, ma soprattutto non risultare prevedibile. Innanzitutto ho deciso di rinnovare la parte della produzione. Se non lo sai, dentro questo album ci sono due nuovi produttori dominanti. Sicuramente poi c’era anche il bisogno di provare delle nuove forme espressive, quindi si parla di canzoni in prima persona, melodiche ecc…non sono tutte dei storytelling, ma soprattutto la questione della pioggia per ritornare alla tua domanda, in realtà ne nasconde altre due. Una di queste è il tempo, tutto il viaggio nel tempo e l’altra invece sono riferimenti pittorici, in realtà poi ne è quasi pieno tutto l’album.

Questo infatti l’ho notato durante l’ascolto in anteprima. Però mi rendo conto per chi è “neofita” tutti questi riferimenti possono essere ben nascosti.

Certo certo. Guarda io ho provato a fare un album un po’ leggero per i miei canoni. Se i dischi passati potevano avere quella vena un po’ drammatica e pieni di riferimenti, in questo caso l’album è più leggero per quanto riguarda le sonorità, ma la cosa importante è che almeno qui non muore nessuno (ride) e per me questa è una novità. Anche se è cambiato qualcosa rimane il fatto che sono sempre io, la mia identità rimane sempre quella.

Quindi cosa si cela sotto la pioggia?

La pioggia in realtà è metafora di tante cose e forme diverse. Le gocce di pioggia sono tante e infinite, e ognuna riflette la realtà da una propria prospettiva. Di conseguenza tutte le possibilità esistenziali che abbiamo, che abbiamo avuto e che avremo non possiamo più percorrerle. Secondo me è una buona metafora per esprimere tutte le possibilità e potenzialità che abbiamo, è quasi tutti i pezzi girano su questo concetto. Ci sono ovviamente anche delle divagazioni. C’è la pioggia intesa come un momento che dilata il tempo e lo spazio, rendendo l’esperienza emotiva diversa se vogliamo.

Anche questa volta vediamo la partecipazione di Rancore, precisamente nel tuo primo singolo Black Rain. Come è stato lavorare di nuovo con lui?

Guarda, Rancore secondo me è una grandissima penna, ma soprattutto è un grande visionario. A me piace molto lavorare con lui perché abbiamo due tipi di scritture diverse, ma che secondo me entriamo molto bene in simbiosi perché guardiamo la cura del linguaggio, e a livello compositivo e letterario siamo due costruttori di mondi. Poi Rancore non solo è un amico ma è una persona squisita, e per me è sempre un piacere lavorare con lui. Come del resto anche gli altri ospiti che ho e che ho avuto in passato, da Claver, Caparezza e Willie Peyote. Abbiamo tutti quanti delle intenzioni simili ma che nel privato fanno dischi diversi. C’è un’affinità artistica ma anche umana.

Meraviglioso! Quindi la domanda nasce spontanea: Come nascono le tue collaborazioni all’interno degli album?

Dal punto di vista tecnico io sviluppo un pezzo e in base all’atmosfera chiamo gli ospiti, molto semplicemente. Però a me piace anche calarmi nei suoni e nello stile degli ospiti, questo è un viaggio che mi piace sempre fare. Per farti un esempio: Quando ho fatto il pezzo Wordsworth con Caparezza ho pensato e costruito una metrica che potesse essere adatta per lui. Stessa cosa con Rancore in Black Rain.

Il tuo modo di fare rap è molto particolare, e questo lo sai bene anche tu. C’è sempre una buonissima padronanza del linguaggio ma allo stesso tempo ci sono all’interno anche delle visioni che si discostano molto da questo panorama. Se vogliamo, tratti anche delle tematiche che per certi versi sono “spirituali”, che rompono un po’ gli stereotipi che ci sono. Hai paura se questo messaggio non arriva?

No, anzi io ci tengo particolarmente a rompere gli stereotipi. Secondo me il rap non ha più bisogno di essere diffuso perché sappiamo benissimo entrambi che è una delle musiche più diffuse nel mainstream e non solo. Però nonostante questo io lavoro da anni per sdoganare il genere, e lo faccio sicuramente per un pubblico non solo stereotipato ma anche ampio. A me questo piace tantissimo, ecco perché partecipo a molti incontri culturali, come il Festival della lingua Italiana a Lecco, oppure all’Ottobre Manzoniano. Queste sono tutte esperienze che secondo me fanno bene al genere, perché viene sdoganato come possibilità espressiva anche nella musica più alta.

(c) Niccolò degli Incerti Tocci

Lo credo anche io. Di conseguenza mi viene anche da chiederti. Il cambiamento ti fa paura? Credo che il passaggio e la transizione che fa un artista spesso e volentieri intimorisce un po’, anche ai fan

Io credo che il cambiamento sia fondamentale. È fondamentale che un artista si evolva, poi certo, ognuno fa come meglio crede. Io ho provato a evolvermi sicuramente, e l’ho fatto per sviluppare delle risorse nuove. Infatti anche io ho rischiato in questo album diciamo, non ci sono solo storytelling ma ci sono anche delle sonorità che non avevo mai utilizzato. Io oltretutto faccio l’insegnante, quindi in primis penso che la musica debba essere fatta per il solo ed esclusivo piacere.

Mi sono sempre domandato: Come fai a dividere la vita da insegnante a quella della musica?

Nonostante sembrano essere due vite diverse si richiamano fortemente queste due dimensioni. Tantissimi contenuti che io presento e che approfondisco a scuola confluiscono in modo diretto e indiretto all’interno dei pezzi. Di contro invece, c’è tutta la possibilità che ti dà l’insegnamento di venire a contatto con i giovani, e di tenermi sempre aggiornato sulle loro sensibilità e aspirazioni. Questo poi si riflette anche nei brani.

Adesso prendiamoci un momento un po’ ironico. Quante interrogazioni hai salvato agli studenti con la tua musica?

[ride] Ma sai me lo chiedono spesso, però mi fa sempre piacere rispondere perché ci sono tante belle situazioni che si sono create. Per esempio un ragazzo mi disse che aveva ascoltato il brano sulla battaglia di Lepanto e adesso è pronto per essere interrogato [ride] oppure con la notte di San Bartolomeo. Diciamo che non funziona proprio così, però è un bellissimo modo per avvicinare i ragazzi a dei contenuti che magari rigettano all’interno del contesto scolastico. In tutti questi anni ho visto che presentare delle tematiche in chiave rap può aiutare a recuperare, a fare ricerca e ad acculturarsi, perché no?

Tutto ciò è grandioso! Invece quando sei entrato nelle scene con questo tipo di rap come sei stato visto?

Ma guarda, io sono entrato nelle scene proponendo un rap con una forte curvatura letteraria. Ho cercato in qualche modo di portare dei lavori che avessero delle componenti narrative o filosofiche. Quindi credo che non ho mai portato un altro genere, ma un rap con dei testi diversi, rimanendo sempre sugli stilemi dell’hip hop e del rap. Per fortuna questa cosa è stata accolta molto bene perché era qualcosa di nuovo. Se un genere fortemente derivativo, forse a volte un po’ appiattito a livello tematico, questa cosa ad alcuni ha fatto storcere un po’ il naso ma tanti altri è stata accolta come una bella novità.

Un mio caro amico, che tra l’altro è un insegnante pure lui ti saluta e ti domanda. Con la Kattiveria crew volevate portare questa idea di fare un rap didattico dove c’era un’etica ben salda per quanto riguarda i testi e l’italiano corretto. Questa cosa è rimasta ancora ben fondata oppure si è evoluta in qualche modo?

Salutamelo! Allora posso dirti che c’è sempre ed è un continuo evolversi sicuramente. Questo si può vedere anche nei testi, anche perché la voglia di fare rap didattico rimane.

Alessio, Qual è il tuo pensiero riguardo i live streaming?

A me non piace assolutamente, ho avuto la possibilità di fare dei live streaming da casa, oppure essere invitato in locali vuoti ma con videocamere e impianti audio messi in qua e là. Ci aggiungo anche un’altra cosa: Non penso che saremo nelle stesse condizioni del primo lockdown, sicuramente ci sarà da aspettare ma i locali e i teatri rimarranno aperti in determinate condizioni. Quindi preferisco aspettare personalmente, ma credo che già da quest’estate tutti quanti possono fare qualcosa.

Penso anche io. Siamo arrivati al termine dell’intervista, quindi ti chiedo che cosa ci possiamo aspettare da Murubutu in futuro?

Forse è un po’ presto per dirlo, ma sicuramente ci saranno nuove collaborazioni ed altri progetti di tipo musicale. Ma per ora ci tengo veramente tanto a spingere e a far girare questo disco, in più sarà anche accompagnato da una live band che già è una novità per me, quindi tutto sarà verso questa direzione per ora.

Perfetto! Grazie di cuore Alessio per questa chiacchierata e per la tua disponibilità!

Grazie a te e ad ImpattoSonoro per la vostra disponibilità. Speriamo di vederci presto in live. Ciao a tutti.

(c) Niccolò degli Incerti Tocci

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