Impatto Sonoro
Menu

Hidden Tracks

Hidden Tracks #14: Playgrounded, First Draft, alGot, Warm Graves, Shkodra Elektronike, Darkher, Bruno Sanfilippo

Hidden Tracks 12

Quanti brani ogni giorno, ogni settimana, ogni mese vengono pubblicati, ascoltati distrattamente e poi finiscono sepolti sotto un mare di altre uscite, a sgomitare per emergere e troppe volte divorati da pesci più grossi e più importanti? Questa è una delle tante domande esistenziali che ci poniamo ogni giorno in redazione, e a cui dopo alcuni tentennamenti e tentativi falliti abbiamo cercato di formulare una risposta.

Hidden Tracks vi accompagnerà periodicamente con i nostri brevi consigli riguardanti alcuni brani pubblicati in queste settimane e che riteniamo interessanti. Progetti da tenere d’occhio, di cui forse sentirete parlare nei prossimi tempi, provenienti in tutti i casi da quell’universo sommerso che più ci sta a cuore e che pensiamo sia giusto e stimolante seguire dal principio. In poche parole, la musica di cui non tutti parlano.

Playgrounded – The death Of Death

Dall’antica terra di Grecia sorgono i Playgrounded e sembra proprio siano maestri di un suono misterico, atmosferico, potente e oscuro. Parecchio oscuro, per essere precisi. Il gruppo, che a leggere le note biografiche è formato da un “sonologo” (uno studioso di come il suono influisca in svariate discipline ed esperienze umane), un compositore di colonne sonore, due ingegneri informatici e un session drummer famoso, e tutta questa scienza infusa si traduce nelle trame devastanti di un suono debitore di Tool, Lustmord, Isis e Massive Attack ma, meglio ancora, da nessuno di questi. Originali e potenti, emotivi da far paura, e per capirlo basta ascoltare The death Of Death, la title track del loro album in uscita a marzo per Pelagic Records.

First Draft – Time Hails No Sun

Credit photo Judith Florent-Lapara

Mentirei se dicessi di non essere stato completamente fulminato dal sound che i francesi First Draft sprigionano su Time Hails No Suns. Il titolo cattura perfettamente l’ambiente che Marine Arnoult e Clément Douam imbastiscono, ricco di venature post racchiuse in un contenitore Portishead pronto a detonare in riff annichilenti e ragionati, matematici ma mai storti su un tempo monolitico. Quello che a febbraio uscirà per LyloProd purtroppo è “solo” un EP (intitolato “Declines Are Long Gone“). Dico così perché avrebbero avuto le carte in regola per essere tra gli album top del 2022. Sì, lo dico già ora e so di non sbagliarmi.

alGot – Resina

Se ci seguite non sarà un segreto che da queste parti le sonorità degli alGot sono tra le nostre preferite. Prendete una serie di riff a là Polvo, batterie che si districano in tempi alieni, quel pizzico di math che abbellisce sempre tutto, e una bella tirata vocale in spoken word che detona in un ritornello ampio con un accenno di fiati a sostenere il tutto ed eccoci qua, ci siamo col presobenismo. Resina è un pezzo emotivo e sentito. Anche per la band romana è in arrivo un EP. “Ripetizioni/Combinazioni” vedrà la luce a febbraio, battezzato da Kosmica Dischi, 1a0 e troppistruzzi. Siamo pronti a godercelo.

Warm Graves – Sound Sleeper

Non appena ho messo su Sound Sleeper sono impazzito. Il gelido incedere coldwave, i synth sospesi nel vuoto, il suono tremendamente europeo del secolo scorso e la voce anestetizzata sullo sfondo, come un fantasma che infesta un caseggiato in rovina mi hanno portato via. Jonas Wehner di Lipsia sa come prendere alla gola, indubbiamente. Vedremo se tutto il suo nuovo album “Ease” (in uscita per Fuzz Club Records) sarà all’altezza di tanto terrore sintetico.

Shkodra Elektronike – Turtulleshë

Foto: Erdiola Mustafaj

Dietro il progetto Shkodra Elektronike ci sono Kole LacaBeatriçe Gjergji, entrambi originari di Scutari, Albania, in Italia dai primi anni ’90, con il primo che è stato anche tastierista con Il Teatro degli Orrori. L’idea è tanto semplice quanto lucida: riproporre in chiave elettronica la musica tradizionale della propria città d’origine. Definiscono la propria musica post immigrant pop e direi che calza proprio a pennello. Turtulleshë, questo il titolo del nuovo singolo uscito all’inizio dell’anno su Alt Orient, è uno dei brani scutariani più noti, una canzone d’amore scritta negli anni ’30 da Ramadan SokoliQemal Draçini, entrambi incarcerati durante il regime comunista albanese. Bella la rielaborazione degli Shkodra Elektronike, che aggiungono un tocco oscuro e tratti techno ad un brano che non perde la sua forte liricità e che ben si inserisce in quel folto panorama di rivisitazione di tradizioni popolari che sempre più spesso siamo abituati ad ascoltare.

Darkher – Lowly Weep

C’è un velo di tristezza e rassegnazione che avvolge gli 8 minuti e oltre di durata di Lowly Weep, nuovo singolo di Darkher, progetto dell’artista britannica Jayn H Maiven, primo estratto dal nuovo album “The Buried Storm“, disponibile dal 18 febbraio su Prophecy Productions. Doom, dark, neo-folk: queste le coordinate sonore di un’artista che fin dall’esordio, datato 2013, era stata indicata da molti come una delle muse dark degli anni 10 e che poi è finita un po’ in disparte, forse oscurata da più note e fortunate esponenti del genere. Niente di nuovo sotto il sole, o meglio sotto l’oscurità, direte voi, e forse avete ragione, ma la malinconia che sprigiona Lowly Weep è ammaliante e vale sicuramente più di un ascolto.

Bruno Sanfilippo – Nowhere

Pressoché sconosciuto in Italia, il compositore argentino Bruno Sanfilippo, che ha alle spalle una carriera ormai più che ventennale, ha pubblicato ad inizio gennaio il nuovo singolo Nowhere. Il contenitore di riferimento è quello della neo-classica contemporanea, con punte di ambient e di sperimentalismo. Non aspettatevi la classica composizione al piano con i soliti pad di contorno (che potrete comunque trovare nelle sue produzioni passate): il brano in questione è infatti un viaggio ipnotico, scuro e inquietante fatto di percussioni che sferragliano e suoni di chitarra che si mischiano a synth e droni. Forse poco affabile per gli appassionati del genere, ma potenzialmente molto interessante per chi volesse avvicinarvisi da altri mondi.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Articoli correlati