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Arca – kick ii, kicK iii, kick iiii – kiCK iiiii

2021 - XL Recordings
elettronica / pop / IDM / reggaeton

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Tracklist

kick ii

1. Don?a
2. Prada
3. Rakata
4. Tiro
5. Luna Llena
6. Lethargy
7. Aran?a
8. Femme
9. Mun?ecas
10. Confianza
11. Born Yesterday ft. Sia
12. Andro

kick iii

1. Bruja
2. Incendio
3. Morbo
4. Fiera
5. Skullqueen
6. Electra Rex
7. Ripples
8. Rubberneck
9. Sen?orita
10. My2
11. Intimate Flesh 1
12. Joya

kick iiii

1. Whoresong
2. Esuna ft. Oliver Coates
3. Xenomorphgirl
4. Queer ft. Planningtorock
5. Witch ft. No Bra
6. Hija
7. Boquifloja
8. Alien Inside ft. Shirley Manson
9. Altar
10. Lost Woman Found
11. Paw

kick iiiii

1. In The Face
2. Pu
3. Chiquito
4. Estrogen
5. Ether
6. Amrep
7. Sanctuary ft. Ryuichi Sakamoto
8. Tierno
9. Músculos
10.La Infinita
11. Fireprayer
12.Crown


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Aveva fretta di chiudere un ciclo, Arca: ecco il motivo di questa uscita quadrupla con cui la producer Venezuelana si è congedata dal 2021. Quattro dischi in cui non è scontato identificare un piano dell’opera preciso: solo ad ottobre Alejandra Ghersi parlava dello stato ancora “quantistico” in cui si trovavano questi lavori.

Tuttə lə migliori esponenti di questa generazione di talenti della nuova elettronica (FKA Twigs, la compianta SOPHIE, Oneohtrix Point Never, solo per citare i nomi con cui Arca ha intessuto proficue collaborazioni; nonché, chiaramente, Arca stessa) ci hanno abituati a una promiscuità fra intransigente ricerca sonora e pubblicità, pop da classifica e rave-music per intelligenze aliene. La serie Kick viaggia su questa linea, come dimostrato forse nel modo più esemplare dall’incredibile featuring di Sia (Born Yesterday), caso più unico che raro di singolo per le masse con tutti i crismi, la voce perfetta spiattellata in primo piano e la produzione moderna e ipercurata, infestato però da fruscii insettoidi. Anche se l’effetto non convince del tutto, questo tipo di ibridazione è il tema chiave di tutto il progetto, come evidente anche nelle copertine, che rappresentano un’Arca regina cyborg intenta a combinare e ricombinare membra e protesi metalliche. Le immagini sono sempre in computer grafica, indizio del fatto che i potenziamenti biomeccanici non sono innestati su nulla di veramente umano – proprio come nell’era dell’uso generalizzato di pitch-correction, autotune e Melodynele star del pop sfumano sempre di più nella loro icona tecno-spettacolare.

È sotto il segno del filone avant-reggaeton, comunque, che Arca apre le danze, e speriamo che qualcuno nelle scuole di Zumba se ne sia accorto. “kick ii apre con una sfilza di brani che, pur portando il ritmo-simbolo della cafonaggine centro-sud-americana, sono una vera gioia per le orecchie. La producer venezuelana trasfigura un ballo monotono e senza pretese in un’esperienza di ascolto sorprendente e in continua evoluzione, grazie a un controllo sul suono e sugli interventi di voci e strumenti pazzesco. Alla fine è riuscita a farmi canticchiare versi del calibro di “Tacones Prada que rara”, e non è cosa da poco.

In “kicK iii convergono i pezzi dal potenziale di impatto maggiore. L’apertura aggredisce a colpi di riddims caraibici, bassoni grime e voci processate, e Skullqueen paga tributo ai numi dell’IDM di marca drill-n-bass. Da lì in avanti c’è più da ballare che da ascoltare, anche se il livello del sound-design qua e là rialza la testa prodigandoci particolari vividissimi, gridolini di vocine aliene e sintetizzatori ipnagogici. Convince di più il finale, affidato allo stacco netto fra Intimate Flesh, intensa e oscura, e l’ariosa Joya, in cui la voce bellissima della nostra si accompagna con arpeggi svirgolati di sintetizzatore.

Il volume si abbassa una volta per tutte in kick iiiii“, ma non l’intensità; è qui che troviamo alcune delle perle più preziose di tutta la serie. Il beat è quasi del tutto messo da parte, oppure siede al sedile del passeggero nel pop raffinato e futuristico di brani come Boquifloja e Lost Woman Found. Sono, queste, sonorità già presenti nelle produzioni più avanzate dei nostri giorni, ma Arca dota i suoi pezzi, tecnicamente stellari, di un pathos e di un calore unico, e riesce a dare loro, nel modo più compiuto, una forma riconoscibile senza rinunciare a mostrare il fremito della materia organica aliena che prolifica sotto la superficie.

In alcuni momenti sembra di veder gettate le basi di una folk-music per androidi; fatta con strumenti che un tempo sono stati acustici; cantata da voci umane, ma captate da un’astronave che viaggia a 50 anni luce dalla Terra. Le leggi acustiche sembrano piegate a principi non-newtoniani, e dalle pieghe della radiazione cosmica di fondo emerge con veemenza il manifesto filosofico-politico cyborgqueer di Alien Inside, affidato alla voce di Shirley Manson (Garbage).

Altri producer si sarebbero fermati qui, se non molto prima; Arca, invece, ha pensato bene di tirar fuori dal cilindro un quinto volume, “kiCK iiiii“, senza nemmeno annunciarlo. Pur essendo il più debole della serie non va sottovalutato, perché, insomma, sapete con chi abbiamo a che fare, no? Per lo più questi ultimi pezzi sono semplici schizzi di pianoforte o sintetizzatore; ma quando c’è un po’ più di sostanza vale quando detto per il disco precedente, e il livello è notevole. Múscolos è un raffinato struggimento d’amore latino in salsa cyberpunk; Sanctuary continua il filone agit-prop di Alien Inside, ma con la voce di Ryuchi Sakamoto stavolta; Crown sostituisce il beat con bordate di rumore enormi, e mette un punto fermo sulla serie Kick.

Ed eccoci qui, di nuovo sulla terra, a contemplare il parto di un’artista di enorme talento. Un parto biomeccanico, plurigemellare, senza dubbio eccessivo. Come nello spettro dei generi, dei ruoli e delle identità, ognuno può, in questa progenie aliena, prendere ciò di cui ha bisogno scartando il resto senza troppi complimenti. In qualsiasi modo decidiate di avvicinarvi ad Arca, riceverete un messaggio dai confini dell’universo. Dopo averlo decriptato vi potrete leggere un anelito viscerale verso una ibrida, multiforme libertà.

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