Interviste

La lunga e infinita strada che porta a casa: intervista ai Cult Of Luna

Di Enrico Ivaldi ⋅ 11 Febbraio, 2022 ⋅ Commenta

In occasione dell’uscita del nuovo lavoro “The Long Road North”, disponibile da oggi su Metal Blade (qui la nostra recensione), abbiamo avuto la fortuna di scambiare quattro parole faccia a faccia con Johannes Persson, cantante degli svedesi Cult Of Luna.

Ciao Johannes, come va?

Sono incredibilmente stanco, lavoro come direttore del casting e il mio lavoro è praticamente parlare tutto il giorno tutti i giorni!

Da “Mariner” in avanti siete stati musicalmente molto prolifici, la sensazione è quasi che abbiate scritto musica tutto il tempo. Allo stesso tempo siete riusciti a pubblicare tre album e un EP molto diversi tra loro. Com’è guardare indietro a questi ultimi sei anni?

Pensandoci, considero questo lungo periodo come un unico un lungo processo di scrittura. Sono successe molte cose e siamo riusciti a dare ad ogni album che abbiamo pubblicato una sua personalità.

“The Long Road North” ha un approccio fortemente atmosferico che mi ricorda “Mariner” e “Somewhere Along The Highway”.

Abbiamo usato molti synth e persino un grande organo. Alcune delle canzoni si sono evolute da idee che avevamo lasciato da “A Dawn To Fear” e si sono evolute in base a ciò che stavamo provando in quel momento. Sarà che stiamo invecchiando, ma il nostro unico obiettivo primario è fare ciò che ci piace di più, senza alcuna pressione o restrizione.

Qual è il concept dell’album (se ce n’è uno)?

Non credo si possa definire un concept album ma tutte le canzoni hanno uno stato d’animo comune, ed ognuna ha il proprio significato. Ad esempio, la title-track è stata la prima canzone che abbiamo scritto, con alcune idee che risalgono all’era dei “Mariner” e il testo è stato scritto durante un volo di ritorno in Svezia.

La produzione suona davvero organica e spaziosa, piena di synth e molto cinematografica, pur mantenendo la pesantezza che vi ha sempre contraddistinto.

È curioso quello che hai detto, dato che questo è probabilmente il nostro album meno organico come approccio alla in studio. Ci siamo incrociati a malapena durante la registrazione, tutto il processo è stato fottutamente noioso almeno dal punto di vista di un musicista. Il modo in cui abbiamo lavorato per l’album precedente, tutti noi chiusi nel bellissimo Ocean Sound Recording sulla costa atlantica Norvegese, è stato molto più interessante. Tuttavia, il risultato è che “The Long Road North” rimane uno degli album migliori e preferiti della nostra carriera.

Puoi spiegarci un po’ il progetto del gioco interattivo ispirato al disco e come è stato sviluppato?

In realtà è stato Linus Johansson (insieme al suo team che ha realizzato il video per la canzone Cold Burn) che ci ha proposto questa idea, ed essendo io un nerd ed un gamer non ci ho pensato due volte. Non ne so ancora molto, dato che tutto è ancora in fase di sviluppo, ma per quanto ho capito, l’ascoltatore può muoversi liberamente nel paesaggio che si vede nel video. Questo tipo di interazione consente anche alla musica stessa di esserne influenzata. In altre parole: si possono manipolare le canzoni in tempo reale. Figo, eh?

Puoi parlare un po’ degli ospiti dell’album?

Abbastanza presto, nel processo di scrittura, abbiamo capito che avere ospiti avrebbe potuto essere la cosa giusta da fare. Thomas conosce molte persone nel mondo della musica, quindi siamo entrati in contatto con quelli che pensavamo potessero dare un contributo interessante. Ad esempio, avevamo questa sensazione che Blood Upon Stone fosse molto vicino alla band Phoenix, quindi gli abbiamo chiesto di metterci quello che volevano . La cosa eccitante dell’avere ospiti è il sapere bene cosa potrebbero portare nell’economia della propria musica e allo stesso tempo essere consapevoli che suoneranno probabilmente qualcosa che tu stesso non avresti mai fatto.

Com’è la situazione all’interno della band?
La band è più affiatata che mai, ma dato che ognuno ha la propria vita privata e il proprio lavoro è davvero difficile gestire sia la parte musicale che il resto. La chiave è organizzare tutto in anticipo, ad esempio, prima di ogni tour pianifichiamo le nostre prove con mesi di anticipo. Solo così, riusciamo a incastrare tutti i pezzi del puzzle.

Com’è il rapporto con l’etichetta?
Vedi, noi veniamo da una scena punk/hardcore in cui tutto è principalmente fai-da-te. Abbiamo lavorato in questo modo nei primi anni, ma ad un certo punto hai bisogno di qualcuno che possa prendersi il peso di tutta la merda burocratica. Qualcuno che vuole investire soldi e tempo in quello che stai facendo. Ad oggi non possiamo assolutamente lamentarci.

Che dire del tour e dei progetti futuri?

Purtroppo sappiamo tutti che il tour è difficile in questi giorni, non solo per le restrizioni. Anche senza di loro, il numero di persone che si sentiranno a proprio agio per partecipare a un concerto è ancora incerto e questo rende ancora più difficile la pianificazione. La questione pandemia è un tema complicato, l´’unica cosa che mi viene da dire è che le pandemie sono sempre state compagne nella storia dell´uomo, anche se mai nella nostra società moderna, così ben abituata e viziata. Tutta la situazione che si è creata ci ha fatto ricordare quanto siamo ancora vulnerabili.

Che tipo di musica ascolti in questi giorni?

Devo dire che mi sono appassionato abbastanza a questa band svizzera chiamata Zeal & Ardor, penso che siano davvero originali. Allo stesso tempo, sono tornato a riascoltate un sacco i Dead Kennedys e i primissimi Slayer.

Grazie per il tuo tempo Johannes, ti lascio rilassare!

Grazie per la chiacchierata, ci vediamo in giro!

Hi Johannes, how are you doing?

I´’m terribly tired, I work as a casting director and my job is basically talk all day every day!

Since “Mariner” it seems that you have been musically very prolific, I almost feel you have been writing music all the time. At the same time you published three album and an ep that are kind a different. How is it to look back on the last six years?

If I look back on it, I do consider this long period as a long writing process. A lot has happened and we managed to give every album we published its own personality.

“The Long Road North” has a strong atmospheric approach that reminds me of “Mariner” and “Somewhere Along The Highway”.

We used a lot of synth and even a big organ in this album. Some of the song evolved from ideas we had left and evolved according to what we were feeling at the moment. You know we are getting “older” our main focus is to do what we like the most, without any pressure or restrictions.

What is the concept of the album (if there is one)?

I don’t think that can be called a concept album. All the songs has a common mood but everyone has its own meaning. For example the title track was the first song we wrote, with some ideas coming back from the “Mariner” era and the text has been written on the flight back to Sweden.

The production sound really organic and spacious, full of synth and ambience, but still maintaining the heaviness you have always had.

It´’s funny what you said since this is probably the least organic album we did. At least as recording approach. We barely saw each other during the recording, all of the process was fucking boring as a musician point of view.
The way we did the previous album, all of us closed at the beautiful “Ocean Sound Recording” in Norway was much more interesting. But still, “The Long Road North” came out at the end as one of the best and favorite album of our career.

Can you explain a little bit about the interactive game project and how it has been developed?

It was actually Linus Johansson (and his team that made the video for the song Cold Burn) who introduced us to this idea. I don´’t know much about it yet, since everything is still under development, but as far as I understand, the listener can move freely in the landscape that you see in the video. This kind of interaction allows the music also being affected. In Other words: one can manipulate the songs in realtime. Pretty cool, eh?

Can you talk a little bit about the guests on the album?

Pretty early on in the writing process we understood that having guests could have been the right thing to do. Thomas knows a lot of people in the music business, so we got in contact with the ones we thought could give an interesting contribute. For example we felt that Blood Upon Stone was really close to the band Phoenix, so we asked them to perform. The exciting thing about having guests is knowing what they could bring into the picture, and at the same time being aware that everyone is playing something that you would have never done.

How is the situation inside the band?

The band is stronger than ever, but since everyone has their own private life and job it is really difficult to manage both the band and the rest. The key for it is to plan everything in advance, for example, before every tour we plan our rehearsal months in advance. Just like this, we manage to fit all the pieces in the puzzle.

How is the relationship with the label?

You know, we came from a punk/hardcore scene where everything is mostly DIY. We worked this way in our first days, but at one point you need someone who can fix all of this burocratic shit. Someone who can put money and time into what you are doing. So we cannot complain at all.

What about touring and future projects?

Unfortunately we all know that touring is difficult these days, not just because of restrictions. Even without them, the number of people that will feel comfortable to join a concert is still uncertain and that makes it even harder to plan. The pandemic question is pretty complicated, the only thing i can say is that pandemics have always been part of our history. Something like this hadn´t happened yet in our modern and very spoiled society, and the whole situation, all of a sudden, made us realize how vulnerable we still are.

What kind of music are you listening to these days?

I might say I got pretty hooked on this swiss band called Zeal & Ardor, I think they are really original. At the same time I have been going back to Dead Kennedys a lot.

Thanks for your time Johannes, I’ll let you relax!

Thank you for the good chat and we´ll see you around!