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Voivod – Synchro Anarchy

2022 - Century Media
progressive thrash metal

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Tracklist

1. Paranormalium
2. Synchro Anarchy
3. Planet Eaters
4. Mind Clock
5. Sleeves Off
6. Holographic Thinking
7. The World Today
8. Quest For Nothing
9. Memory Failure


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Per i Voivod gli ultimi anni sono stati senza ombra di dubbio simbolo di una rinnovata giovinezza creativa. Il loro scorso lavoro “The Wake” (2018) ha dimostrato che i quattro canadesi, nonostante gli anni di carriera sulle spalle e la perdita di un membro fondamentale come il compianto chitarrista Denis “Piggy” D’Amour, sono ancora in grado di sfornare album non solo validi, ma rilevanti e attuali all’interno della moderna scena metal e non solo. Consci di questa riconfermata solidità artistica le aspettative per il nuovo disco erano alte, riuscirà “Synchro Anarchy” a reggere il confronto con il suo predecessore?

Ascoltando i taglienti riff dell’opener Paranormalium la risposta sembra già affermativa. Frenetici cambi di tempo e imprevedibili sobbalzi ritmici vengono sparati senza pietà sin dai primi secondi. Le trame armoniche e melodiche abilmente tessute dal chitarrista Daniel “Chewy” Mongrain (eroe di questi ultimi anni della band) sembrano provenire direttamente da un’altra dimensione, dove le leggi della fisica differiscono in modo sostanziale dalle nostre. Durante i cinque minuti e mezzo del brano si capisce subito che sono ancora lontani i tempi in cui questa band smetterà di sorprendere e spiazzare. Sezione dopo sezione, quando si pensa di aver capito la struttura, ci viene puntualmente fatto uno sgambetto, sotto forma di nuove variazioni, cambi imprevisti e falsi finali, per ricordarci che di prevedibile qui non c’è quasi nulla.

Una cosa che inevitabilmente salta all’attenzione di chi ascolta è l’incredibile apporto di Mongrain, incaricato di un compito tutt’altro che facile nel sostituire un elemento così importante come D’Amour. Questo disco, così come il precedente, conferma l’assoluta sinergia tra i musicisti e il perfetto inserimento del chitarrista nell’ingranaggio infernale dei Voivod.

Andando avanti, la title track presenta una struttura inizialmente più lineare, che viene però scardinata da una serie di incastri tra la chitarra e il basso di Dominic “Rocky” Laroche, che fanno da rampa di lancio per un finale melodico ma sostenuto dove la voce di Denis “Snake” Bélanger plana senza difficoltà alcuna. Planet Eaters segue con i suoi riff acidi e angolari, sfrecciando senza sosta e snocciolando cambi su cambi, Mind Clock invece cresce gradualmente, partendo da una intro più sommessa e oscura fino a esplodere in un magma sonoro debordante e pulsante.

È chiaro a questo punto che “The Wake” non è stato un mero colpo di fortuna, “Synchro Anarchy” è la definitiva affermazione di come i Voivod continuino a essere una realtà musicale unica nel loro genere, capace di restare dopo decenni un punto di riferimento e non una vecchia gloria in decadenza. Nei concerti a venire canzoni come Holographic Thinking o Memory Failure non sfigureranno affatto accanto ai pezzi storici di “Nothingface” e “Killing Technology”, e questo è il miglior complimento che si possa fare a un artista o una band attiva da molti anni.

Possiamo solo aspettare che tornino in tour per godere di questi brani nella loro forma più viva e vibrante.

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