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Sothoris – Wpieklowstapienie

2022 - Solid Rock
blackened death metal

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Tracklist

1. Proroctwo
2. Potepieniec
3. Czlowiek z marmuru
4. Przykazanie smierci
5. Opus Dei
6. W cieniu Golgoty
7. Wpieklowstapienie
8. Requiem dla hiene


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Arriva dalla Polonia una delle prime uscite interessanti dell’anno in ambito death/black metal. O, se proprio vogliamo essere super precisi, blackened death metal. A regalarcela sono i misteriosi Sothoris, un quintetto capeggiato da un tipo losco, marcio e truccatissimo che si fa chiamare Raven. Poco più di tre anni dopo aver fatto il suo debutto con “Raj potępiony”, questo gruppo giovane e promettente dell’Europa dell’est prova a emergere dalla nicchia con un album dal titolo scioglilingua che, se riuscite a pronunciarlo, vengo lì a casa vostra a portarvi un cesto di salumi e formaggi polacchi in omaggio: “Wpiekłowstąpienie”.

Leggetelo al contrario e, come il Mr. Mxyzptlk acerrimo nemico di Superman, svanirete di botto in una nube di fumo per piombare nella quinta dimensione. Chiedo scusa per la citazione fumettistica ultra-nerd: volevo solo mettere in bella mostra la mia conoscenza dell’universo DC Comics. Ma andiamo oltre questa inutile parentesi di falsa simpatia e proviamo a spendere due parole su qualcuno che, a differenza del sottoscritto, merita attenzioni e complimenti: i Sothoris, naturalmente.

Nulla di nuovo sotto il sole, in realtà; ma volete mettere il piacere che si prova a venir bombardati da riff assassini, growl infernali e ritmi blast beat forsennati per la bellezza di 42 minuti filati? Un vero e proprio toccasana per lo spirito intorpidito da due anni pandemici. Nelle otto tracce di “Wpiekłowstąpienie” scorre l’energia di una band che, in costante bilico tra la tecnica tipica del death e le gelide sferzate del black, riesce a portare a casa un risultato più che convincente con uno sforzo di originalità pressoché pari a zero.

I Sothoris, infatti, non sono di certo delle cime per quanto riguarda la creatività. Ma lavorano assai bene con gli elementi a loro disposizione, incastrandoli tra loro in modi sempre diversi. Dinamismo e ferocia sono le due parole chiave di un disco che, oltre a suonare davvero bene (forse anche un po’ troppo pulito per i canoni del genere), coglie in pieno l’essenza di quello che dovrebbe essere il cosiddetto blackened death metal: strutture complesse ma non cervellotiche; assoli lunghi e ben curati; cambi di tempo sfruttati a dovere per infondere respiro ed espressività alle tracce.

I Sothoris, che pure cantano solo ed esclusivamente in polacco, si fanno capire benissimo: poche melodie, tanto tremolo picking e un desiderio sfrenato di violenza sonora.

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