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Tears For Fears – The Tipping Point

2022 - Concord
pop rock

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Tracklist

1. No Small Things
2. The Tipping Point
3. Long, Long, Long Time
4. Break The Man
5. My Demons
6. Rivers Of Mercy
7. Please Be Happy
8. Master Plan
9. End Of Night
10. Stay


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In pochi pensavano che un nuovo lavoro firmato Tears For Fears avrebbe visto la luce nel breve periodo, complici le tragedie personali legate al duo – in primis la recente perdita della prima moglie di Roland Orzabal, Caroline – e il rapporto conflittuale che spesso ha caratterizzato lo stesso. Invece, il settimo album dei britannici, intitolato “The Tipping Point“, è finalmente realtà e non poteva non risentire delle vicissitudini personali dei suoi due autori, che per questo nuovo prodotto hanno deciso di scrivere e produrre in compagnia di nomi quali Florian Reutter (storico collaboratore di Curt Smith), Charlton Pettus e Sacha Skarbek, quest’ultimo già co-autore per Adele, Miley Cyrus e James Blunt. 

Si tratta di un disco perfettamente bilanciato, dove tutto risulta essere al suo posto – senza momenti down e senza inutili brani filler –, dove equilibrio e coesione sono elementi che colpiscono congiuntamente ai temi trattati. Perché “The Tipping Point” riesce a combinare un’ottima esecuzione vocale e musicale ad un’impeccabile lavoro lirico, che a sua volta non può certo lasciare l’ascoltatore privo di riflessioni o stimoli. Un seducente equilibrio – senz’altro dettato dalla maturità artistica ormai raggiunta dallo storico duo – che si lascia arricchire da tematiche pesanti e per nulla scontate: l’album, infatti, non è altro che una conversazione sincera e pacata sulla perdita di una persona cara, sulla difficoltà legata al superamento di un trauma simile, che con l’ausilio del suono si fa opera d’arte.

Ragion per cui la figura di Caroline Orzabal diventa praticamente onnipresente: dalla buona apertura in acustico di No Small Thing – brano dagli inconfondibili richiami dylaniani –, fino a Long, Long, Long Time, primo vero momento esaltante del disco; dall’energica My Demons – passando per l’irresistibile influenza di Peter Gabriel in Rivers Of Mercy –, fino alla spettacolare End Of Night, dove l’utilizzo dei sintetizzatori si rivela ancora una volta un utile alleato. Il tutto – come già detto – unito ad un’evidente coesione di fondo, che ci riconsegna un duo leggendario per nulla scalfito dall’incedere inesorabile del tempo. D’altronde erano già stati i vari Kanye West, The Weeknd, Japanese Breakfast e Lorde a risvegliare un certo interesse verso la musica dei britannici, i quali non a caso hanno subito gradito le diverse iniziative e per ovvie ragioni. 

Dopo 17 lunghi anni, insomma, si può concludere che lo spirito dei Tears For Fears sia rimasto intatto, esattamente come la loro eredità, a sua volta arricchita da un nuovo capitolo che sorprende in positivo per compattezza e qualità. Un nuovo capitolo in cui melodia e tematiche forti si trovano a dialogare in perfetta armonia fra loro, legate da un unico sottilissimo filo ad attestarne la totale finezza stilistica. 

E questo filo – è il caso di dirlo – si chiama Tears For Fears

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