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Back In Time

“Collapse Into Now”, quando i R.E.M. cantavano la pace un’ultima volta

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Vedere, ascoltare e commentare la musica dei R.E.M. è come spiegare alle nuove generazioni tutti i valori e tutti gli errori commessi nella storia dell’uomo e nel mondo. Tutti i trionfi e tutti i disastri che abbiamo commesso, ma trarne una briciola d’insegnamento o una riflessione dai caos della contemporaneità. Micheal Stipe e company hanno sempre parlato di queste storie nella maniera più diplomatica possibile, far notare a tutti gli ascoltatori quelle cose che in maniera superficiale non vediamo.

Ascoltato oggi con quello che sta succedendo tra Ucraina e Russia, “Collapse Into Now” trasmette più di mille parole, ma non è questo di cui vogliamo parlare. Questo album si porta delle turbe già passate dal 2008, e Mike Mills aveva dichiarato insieme a Warner Bros. che dovevano prendere delle decisioni che riguardassero il loro futuro. Per cui, “Collapse Into Now” (infatti il titolo riguarda proprio questo) è stato un saluto che tutti quanti non hanno colto, addirittura anche la copertina lo spiegava, con il trio insieme e con la mano alzata di Stipe. Per quanto riguarda la release, Stipe spiega:

L’idea era quella di presentare una versione del 21° secolo di un album. Cosa significasse un album nell’anno 2011, specialmente per generazioni di persone per le quali la parola album è un termine arcaico. Volevo presentare un’idea di cosa potrebbe essere un album in quell’epoca di YouTube e Internet. Non da Kanye West, non da Lady Gaga, non da Beyoncé. Questo è quello che facciamo. Abbiamo messo insieme il lavoro più forte che potessimo inventare in questo momento e metterlo su questo disco.

Sei mesi dopo per i R.E.M. fu la fine di un’era: L’ultimo disco, con ospiti Patti Smith e Eddie Vedder. La separazione dal manager storico Jefferson Holt. Citando il passato invece, c’è stato il rinnovo con la Warner, e venne raccontato come il contratto discografico più importante di tutti i tempi. Un album che in maniera un po’ invisibile racconta l’attualità, racconta il presente, il passato ma per come ci ritroviamo adesso forse anche il futuro. Un lavoro immediato, che risalta appieno il pensiero che solo l’esperienza di una grande band può mettere in piedi. A distanza di 11 anni ormai, si può dire che questo lavoro non è il migliore fatto dai R.E.M., ma per quanto riguarda il sottoscritto prende una leggera importanza con tutto quello che sta succedendo al giorno d’oggi. Di certo la separazione suscitò non poche reazioni altalenanti. La band racconta:

Fu un periodo strano e dolceamaro. Fu una decisione condivisa, di cui eravamo convinti e che avevamo meditato a lungo. È stato importante poter salutare e uscire di scena a modo nostro, scegliendo tempi e modi, e l’ondata di affetto che abbiamo ricevuto fu straordinaria. Abbiamo fatto qualcosa che nessun altro avrebbe fatto: smettere mentre facevamo ancora grande musica e mentre eravamo ancora amici. Nessun rimpianto, è stata la cosa giusta da fare.

In “Collapse Into Now” ci sono le riflessioni raccontate dal trio di Athens. Delle storie che girano attorno al soggetto, senza mai avvicinarsi più di tanto, ma che non nascondono la verità. Un lavoro che ancora oggi canta la pace, canta la vittoria, canta la speranza.

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